Pietro Maso, che nel 1991 uccise i genitori a colpi di spranga, ha ricevuto il reddito di cittadinanza. E’ il sussidio riservato dallo Stato a chi guadagna meno di 9.360 euro l’anno. La notizia è contenuta in un articolo del settimanale OGGI, in edicola domani. La lista in cui compare Pietro Maso, spiega il settimanale, risale alla fine del 2019. Secondo li suo legale Marco De Giorgio, se fosse stato concesso, stando alla Legge, il sussidio dovrebbe essere stato sospeso nei mesi corsi. A causa della gravità del reato, infatti, Maso è interdetto “in perpetuo” dai pubblici uffici.
Cosa prevede la legge
Secondo la legge, gli unici condannati che non possono godere di “pensioni, assegni e stipendi a carico dello Stato” sono quelli che hanno precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata, al terrorismo o per truffa ai danni dello Stato. Pietro Maso,, che è libero dal 2015, non rientra in nessuna di queste categorie. Ma, a causa della gravità del reato che ha commesso e per cui è stato condannato a 30 anni di carcere, è stato ugualmente interdetto dai pubblici uffici “in perpetuo”. A confermarlo è il suo avvocato Marco De Giorgio.
Parla l’avvocato di Pietro Maso
Il legale, che non ha seguito direttamente la vicenza del reddito di cittadinanza, ritiene che il sussidio, se concesso in passato, potrebbe essergli stato sospeso proprio per la gravità della sua vicenda giudiziaria. De Giorgio si limita poi a sottolineare che, perché sia perseguito penalmente, si dovrebbe dimostrare la malafede del suo assistito Pietro Maso, che, invece, potrebbe non essere stato a conoscenza delle limitazioni alla concessione del reddito di cittadinanza e che solo dopo, con controlli a campione, potrebbe aver saputo che non gli spettava.
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