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sabato, Maggio 4, 2024
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Quasi strangolata dal parente di un paziente, lo sfogo della dottoressa sui social

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Fare il medico … c’è chi dice che sia una vocazione e lo è sicuramente. Ma è altrettanto certo che al giorno d’oggi è una sfida, soprattutto in contesti come la guardia medica“. Comincia così il lungo post condiviso su Facebook e Instagram da Giada Aveni, dottoressa 30enne. La quale ha denunciato l’aggressione subita dalla collega Adelaide Andriani, specializzanda in Chirurgia generale, lo scorso sabato 7 gennaio all’esterno della Guardia Medica di Udine.

A metterle letteralmente le mani sul collo, al punto da farle pensare che sarebbe morta soffocata, l’accompagnatore di un paziente. “Non è possibile – si legge ancora nel post – che un medico nell’esercizio delle proprie funzioni venga aggredito per aver invitato un paziente, dopo avergli prestato le cure ritenute opportune, a recarsi in pronto soccorso nel suo interesse. Non è ammissibile rischiare la propria vita sul posto di lavoro perché non si è abbastanza tutelati. Perché spesso il medico di continuità assistenziale viene considerato un medico di serie B“.

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Lo sfogo della dottoressa sui social

A quanto pare, inoltre, non è neanche la prima aggressione che subisce. “Ricordatevi che dietro il camice ci sono prima di tutto persone e non esiste che un essere umano aggredisca un altro essere umano, un medico (peraltro pubblico ufficiale) attentando alla sua vita, senza contare gli insulti e le minacce – conclude la collega nel post -. Faccio appello a che questo post si diffonda perché non posso pensare che un’altra persona ancora, dopo la mia collega, rischi di essere strangolata dall’accompagnatore di un paziente o da chicchessia! Non deve esistere che una persona, un medico venga ingiuriato e minacciato fisicamente e verbalmente come è successo alla sottoscritta!! Chiediamo più tutela nello svolgimento del nostro lavoro! Finchè non ti succede, non ti rendi conto che una volta è andata bene ma non è detto che sia così anche la prossima“.

Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. “Sono profondamente indignato – ha affermato in un tweet -. La violenza e l’intimidazione che ha dovuto affrontare la giovane medico specializzanda sono inammissibili e non devono essere tollerate in nessuna forma. I medici sono al servizio della nostra comunità e meritano rispetto e gratitudine per il loro lavoro indispensabile. Prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei nostri operatori sanitari. Condanno con forza questo comportamento riprovevole“. (Fanpage)

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