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giovedì, Marzo 28, 2024
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La svolta dopo la rapina subita, Gianni trova un nuovo lavoro e dice addio alle consegne a domicilio

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Il prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha incontrato ieri pomeriggio in prefettura, Gianni Lanciato, il rider vittima di una violenta aggressione la notte del 1° gennaio scorso. L’azione è stata condotta da una una gang di ragazzi giovanissimi nella zona di Calata Capodichino, già individuati dalle Forze dell’Ordine che hanno anche recuperato lo scooter sottrattogli. Il prefetto Valentini ha espresso all’uomo la vicinanza delle istituzioni e la sua personale solidarietà, evidenziando come il sostegno ricevuto dalla società civile contribuisca a rafforzare i valori della legalità e del sistema di sicurezza dei cittadini.

Gianni ha trovato un lavoro

Il sogno di Gianni Lanciato sta per diventare realtà: un’importante catena di market (Sole 365), alla quale il rider aveva inviato il curriculum attraverso il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, ha risposto ieri sera e gli ha chiesto di presentarsi nei prossimi giorni per un colloquio.

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Parla l’avvocato di uno dei fermati

 “La sua famiglia è distrutta, lui è figlio di gente perbene, non di delinquenti. La madre mi ha detto di voler subito chiedere scusa alla vittima di quelle violenze”.

Lo annuncia l’avvocato Carlo Ercolino, legale di uno dei due 16enni coinvolti nell’aggressione a scopo di rapina che ha visto vittima il rider napoletano 50enne Giovanni Lanciano, picchiato e derubato a Napoli, la notte tra venerdì e sabato scorsi, da un branco composto da 6 ragazzi, giovani e giovanissimi, mentre si accingeva a completare la sua ultima consegna. “E’ stato un episodio assolutamente deprecabile e intollerabile – dice ancora l’avvocato – ma, per le modalità con le quali è stato portato a termine, più che a una rapina somiglia a un atto di bullismo, perpetrato dal branco nei confronti di un uomo che a 50 anni, per dare da mangiare alla sua famiglia, si è piegato a fare un lavoro da ragazzino. A loro occhi deve essere sembrato un fallito e forse proprio per questo, complice il contesto e l’ignoranza, hanno deciso di ‘bullizzarlo’, rubandogli, infine, anche lo scooter”.
https://internapoli.it/famiglia-distrutta-vuole-chiedere-scusa-piu-che-una-rapina-e-bullismo-la-mamma-di-uno-dei-fermati-per-la-rapina-al-rider-difende-il-figlio/

 

 

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