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lunedì, Maggio 6, 2024
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Raffaele Mauriello parla davanti ai magistrati: “Dal 2013 al 2013 con gli Amato-Pagano, sono andato a Dubai per cambiare vita”

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A differenza di Raffaele Imperiale e Bruno Carbone non ha deciso di collaborare con la giustizia, ma ha reso comunque dichiarazioni autoaccusatorie. Raffaele Mauriello, giovane ras degli Amato-Pagano, ha rilasciato ai magistrati antimafia alcuni verbali, nei quali sono presenti ammissioni di colpa e racconti di retroscena sulla camorra a Nord di Napoli. Verbali che in alcuni spunti sono coperti da Omissis, ovvero da segreto istruttorio.

Il 15 novembre scorso, negli uffici del Centro Direzionale della Procura della
Repubblica, Isola 5/E, Mauriello è stato ascoltato dal Pubblico Ministero dott. Giuliano Caputo

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“Ho fatto parte del clan Amato-Pagano da dopo il mio rientro da Madrid fine 2012 inizio 2013. La faida contro gli Abete-Abinante era ancora in atto. A Madrid stavo solo, mi ero conservato del denaro per mantenermi. Dal clan Amato Pagano me ne sono andato nel 2016, a giugno o luglio, ed il 26.8.2016 me ne sono andato dall Italia per andare a Dubai. Dissi a mio padre che volevo andarmene dall’Italia ed andare in Spagna; mio padre mi rispose che era meglio che andassi a vivere a Dubai e mi spiegò che c ‘erano persone che mi aspettavano; non me ne andai per timore e di misure cautelari o processi nei miei confronti, ma perché intendevo cambiare vita.

 Non ero coinvolto in altri omicidi oltre all’omicidio Cafasso. A Dubai venni accolto dall’autista di Imperiale Costui lo conoscevo però di nome, tante persone nel clan me ne avevano parlato. Arrivato a Dubai dall’aeroporto sono andato a casa di Imperiale, poi dopo tre mesi è arrivata mia moglie e lui ci ha preso, a spese sue, una casa. Ho iniziato a “lavorare” con lui dopo 8-9 mesi, non ricordo con precisione. Io avevo un cliente a Napoli, un mio amico che vendeva droga, ne parlai ad Imperiale sui telefoni criptati. In particolare ne parlai ad Imperiale che disse che potevo farlo, indicavo a questo mio amico un indirizzo di Napoli dove ritirava la cocaina. Ne acquistava 70-80 Kg. al mese. Con lui avevo contatti diretti e mi organizzavo poi con un soggetto che mi indicava l’indirizzo. I 70-80 Kg. li prendevo direttamente da Omissis a Napoli. Si trattava di droga della quale aveva già la disponibilità in Italia. Imperiale mi disse che potevo fare queste operazioni, mi chiese solo di aggiornarlo, e poi, di volta in volta, avevo rapporti con omissis che era il referente di Imperiale in Italia. Con Imperiale lavoravamo io, Omissis e Carbone Bruno. Quanto incassato finiva nell’unica cassa dell’organizzazione, poi Imperiale mi passava 6-7 mila euro al mese e provvedeva a tutte le mie spese, anche per l’affitto delle abitazioni che ho cambiato nel corso del tempo. La mia attività si limitava ai rapporti con questo unico cliente, lui è delia 167 e lavora come “privato”. 

Queste alcune delle dichiarazioni rese da Mauriello, al vaglio dei magistrati antimafia.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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