Le date dell’8 e del 9 giugno sono sempre più vicine: tra meno di venti giorni migliaia di italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio voto per ben cinque referendum abrogativi – che hanno superato il vaglio della Corte Costituzionale – in occasione del secondo turno delle elezioni amministrative. Accanto ad una riforma sulla cittadinanza – sponsorizzata da +Europa e da una serie di altre associazioni – ben quattro quesiti riguarderanno il tema del lavoro, e precisamente contratti precari, licenziamenti e subappalti – promossi dalla Cgil.
La validità dei risultati dei referendum dipenderà soltanto da quanti italiani si recheranno alle urne: il raggiungimento del quorum sarà infatti possibile soltanto se vi parteciperà almeno la metà degli aventi diritto di voto. Nella metà prevale la linea dell’astensione, dato che può rischiare di far fallire il raggiungimento del quorum.
Cosa richiedono di 5 referendum nel dettaglio?
Sulla questione lavoro si punta al Jobs act, volto al ripristino dell’articolo 18 e del reintegro dei lavoratori assunti dopo il 17 marzo 2015 nei casi di licenziamento illegittimo. Inoltre, si punta ai contratti a termine per limitarne l’utilizzo a causali specifiche e temporanee; all’eliminazione del limite all’indennità per i lavoratori licenziati in modo ingiustificato nelle piccole aziende – il fine è dunque quello di tutelare maggiormente chi lavora in aziende con meno di 16 dipendenti; alla responsabilità solidale delle aziende committenti nel settore degli appalti, in caso di infortunio e malattia professionale.
L’altro quesito, in materia di cittadinanza, punta invece a dimezzare i tempi per presentare la richiesta di cittadinanza in Italia da parte degli extracomunitari maggiorenni da 10 a 5 anni.
Le posizioni del Pd, Avs e M5s: Schlein firma per ben 5 sì, nonostante i riformisti
Sono mobilitati per la partecipazione al voto e per il sì a tutti e cinque i quesiti il Pd, Avs e M5s – con l’unica eccezione che quest’ultimo in materia di cittadinanza ha lasciato libertà di voto. Nonostante infatti l’orientamento politico dell’ala riformista del Pd – indirizzato a dire sì ai referendum sulla responsabilità dell’impresa committente e sul referendum della cittadinanza, rimanendo contraria ai restanti tre quesiti – la segretaria del partito Elly Schlein non ha chiesto abiure per chi non li ha firmati tutti, apponendo la sua firma per tutti e 5 i quesiti.
I partiti di centro-destra sulla linea dell’astensione politica
Sono ancora invece restii a prendere posizione Fdi. Tuttavia i vertici del partito di Giorgia Meloni, stando ad alcune indiscrezioni circolanti, avrebbero indicato a senatori e deputati di attestarsi una linea di astensione politica. Molto più chiara e definita invece la risposta di Forza Italia, il cui leader Antonio Tajani ha dichiarato: “Non so cosa dice FdI noi siamo per un astensionismo politico, non condividiamo la proposta referendaria“. La Lega ha nel frattempo preferito la via della non partecipazione al voto. Nell’ambito della maggioranza, soltanto Noi Moderati non persegue la strada dell’astensionismo referendario, comunicando tuttavia ben 5 no per ciascun quesito.
I sondaggi: quanta sarà l’affluenza alle urne?
La domanda che sorge spontanea non riguarda tanto se gli italiani siano favorevoli o contrari al voto, ma piuttosto se si recheranno o meno alle urne. E stando agli ultimi sondaggi effettuati da Demopolis. emerge al livello nazionale un quadro fortemente negativo: soltanto il 30% degli italiani ha dichiarato di voler andare a votare, a fronte di un 56% che dice no. Si stima dunque un’affluenza di circa il 31-39% di italiani, o secondo altre statistiche tra il 36 e il 38%. Accanto a questi dati, inoltre, si segnala un 14% di indecisi: insomma, i margini per raggiungere il quorum con la metà più uno dei voti sarebbero del tutto assenti.
A fronte di questi dati la Cgil e le altre associazioni sindacali non sono rimasti indifferenti, decidendo di dare spazio alla propria voce protestando contro l’astensionismo politico – sostenuto principalmente dal governo e dallo scarso interesse manifestato dalla televisione pubblica circa queste tematiche.