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lunedì, Maggio 19, 2025
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Relazione clandestina con la zia della fidanzata, nipote viene denunciato dopo averla lasciata

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Aveva una relazione clandestina con la zia della fidanzata. Poi la storia è finita e la donna, vent’anni più grande del giovane, un 34enne, lo ha denunciato, con l’accusa di violenza sessuale per quei rapporti non consenzienti, a suo dire.

La storia arriva dal Salento, da un comune vicino Maglie, e sarebbe durata almeno sette mesi, fino a quanto il ragazzo non ha deciso di chiudere. A quel punto la zia, 54 anni, che non accettava la fine della relazione, ha deciso di portare tutto in Procura, ma per il giovane si tratta di una banale ripicca.

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Tra l’altro secondo una prima ricostruzione la donna avrebbe poi inviato alcuni messaggi in cui ammetteva di aver inventato gli episodi di violenza sessuale.

Scenario di questa storia d’altri tempi che sembra rievocare le trame delle pellicole della commedia italiana degli anni ’80, è un piccolo paesino dell’entroterra salentino, di poche migliaia di abitanti. Qui il giovane vive con la propria compagna. E qui vive anche la zia, di una ventina d’anni più grande del nipote. Tra i due, alla fine dell’estate scorsa, scatta la scintilla della passione. E allacciano una storia clandestina. Si danno appuntamento in paesi vicini, si appartano in zone di campagna e al mare. Nessun familiare sembra sospettare di loro. Neppure la compagna del 34enne.

Per sette mesi, la tresca prosegue nel massimo riserbo. Agli inizi di febbraio, però, il ragazzo decide di porre fine a questa storia: la donna si dimostra gelosa, morbosa e il rischio che la liaison venga scoperta dalla compagna si fa sempre più concreto. E così si convince a fare un passo indietro. Comunicata la sua decisione alla zia, la donna pare non accettare un simile epilogo e, proprio in concomitanza con la rottura del rapporto, denuncia il nipote.

Si presenta in caserma. Ai carabinieri racconta che per mesi sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà con il nipote più giovane. Insomma da una storia d’amore tra parenti acquisiti ad un caso di violenza sessuale su una donna, il passo sembra breve.

Forse fin troppo breve da non insinuare il dubbio che la denuncia possa rappresentare uno strumento utilizzato dalla donna per vendicarsi della fine della relazione. Una tesi, per nulla inverosimile e non solo sostenuta dalla difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Maio Urso. Perché agli atti sarebbero stati depositati messaggi che la zia avrebbe inviato ad alcuni familiari (già sentiti dai carabinieri come persone informate dei fatti) ai quali avrebbe confidato di essersi inventata la storiella delle violenze.

Proprio per fare ordine in questa matassa, la pm Rosaria Petrolo ha disposto il sequestro dei telefonini di zia e nipote per analizzarne il contenuto e il tenore dei messaggi e delle chat (accertamento affidato all’ingegnere Antonio Tamborrino, affiancato dalla collega Luigina Quarta, per conto dell’indagato). Ci vorranno un paio di mesi per scremarne il contenuto e solo dopo si capiranno meglio i contorni di questa storia d’amore tra familiari finita in Tribunale. Nel frattempo, l’indagato è stato perdonato dalla compagna che lo ha riaccolto a braccia aperte.

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