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giovedì, Maggio 2, 2024
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Renato Zero svela: “Ho parlato con mia mamma dopo che è morta, grazie a Dio”

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A Domenica, Renato Zero ha concesso un’intervista intensa in cui si è aperto raccontando delle sue umili origini e del legame speciale che ha con sua madre.

L’intervista

Io sono morto tante volte. Quando il successo è troppo forte, ti colpisce, ti annienta. Se tu non riesci a gestire il successo, è una carogna. Io l’ho gestito con la strada, con il confronto con loro (con i fan). Con loro ho un rapporto quotidiano. A casa ci sto poco e malvolentieri.
Il dialogo con sua madre in sogno
Renato Zero era legatissimo a sua madre: “Ascoltando mia madre ho evitato tante fregature, ho aperto gli occhi e ho sofferto meno”. Ha fatto in modo di stare al suo fianco quasi fino al momento della morte: “Mamma io l’ho avuta in casa finché mi è stato dato di tenermela. Negli ultimi due mesi dovemmo ricoverarla e da quel momento in poi non fece più ritorno a casa”. Tuttavia, è riuscito a sognarla.

Se riesco a sognarla? L’ho sognata una volta sola. Stava sul pontile di Ostia e si affacciava verso il mare. Aveva i capelli neri con le righine bianche e questo cappello a larghe falde che mamma adorava. A un certo punto si è girata e ho visto che era mamma. E allora le ho fatto un po’ di domande. Le ho chiesto: “Hai sofferto quando sei andata via?”. E lei: “No amore, io sono andata via molto prima di quello che voi immaginate”. Poi, mentre parlavo con lei – questo lo dico perché si vedono Madonne, si cercano santi e miracoli – ho avuto questo ardire di chiedere a Dio di aprire gli occhi e di continuare a dialogare con mia madre e l’ho fatto per buoni sei minuti. Mi ha lasciato la serenità di sapere che se tu hai amato in modo così totale, la gente non va via.
Il ricordo del Natale dell’infanzia: “Eravamo una famiglia povera”
Renato Zero ha raccontato che nella sua famiglia la vera festa era il 24 dicembre, il giorno della Vigilia di Natale: “È questo avvicinarsi alla rinascita, al voltare pagina. Il 24 è il punto di raccolta dei sentimenti, degli affetti, le famiglie si ritrovano”. E ha aggiunto come all’epoca non ci fosse il consumismo di oggi. Si preferiva spendere nei limiti delle proprie possibilità:

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I miei genitori spendevano le loro risorse per noi. Avevamo queste sorprese che non erano solo sotto forma di regali ma c’era questo abbraccio meraviglioso, c’era un profumo particolare in quei Natali. Noi eravamo una famiglia abbastanza povera e non avevamo la necessità di fare il passo più lungo della gamba, che secondo me è controproducente. È giusto spendere quello che possediamo.
E ha aggiunto con un pizzico di ironia: “Farò sicuramente dei danni, ma mi rivolgo a tutte queste casalinghe che vedono su Internet la borsa che gli piace e che costa solo 6 euro al mese, il frigorifero che costa solo 19 euro al mese, quel materasso che ne costa 22 al mese. Quando arriva la fine del mese, arrivano pure i Carabinieri (ride, ndr) perché non abbiamo la possibilità di fare fronte a queste spese. In quei Natali nostri non eravamo avidi, bastava un buon panettone, una bella tombola”.

 

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