Foto personali rubate dai social e pubblicate senza consenso su siti pornografici: è l’incubo vissuto da almeno 25 giovani donne residenti nel Milanese, tutte di età compresa tra i 17 e i 24 anni.
Scatti di vita quotidiana – vacanze, giornate al mare, momenti di svago con amici – sono stati sottratti da profili Instagram e Facebook, in alcuni casi privati, per poi essere inseriti in contesti sessualmente espliciti. A dare l’allarme sono state proprio le vittime, che hanno sporto denuncia dopo essere state avvisate da conoscenti.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura di Milano, hanno portato all’identificazione di un sospettato: un giovane di 22 anni, ora indagato per accesso abusivo a sistemi informatici, diffamazione e violazione della privacy (articolo 167 del Codice Privacy).
Durante la perquisizione, disposta dalla magistratura, sono stati sequestrati dispositivi per verificare «l’esistenza e l’ulteriore destinazione dei file originali, la disponibilità di altre immagini non note, e la presenza di comunicazioni con terzi per la diffusione del materiale», si legge negli atti.
Secondo gli inquirenti, il ragazzo avrebbe anche realizzato video pornografici in cui sullo sfondo comparivano le immagini sottratte: una modalità che ha ulteriormente aggravato la posizione dell’indagato e il danno psicologico per le vittime.
«Le foto, sottratte da profili social senza alcun consenso, venivano collocate in un contesto degradante ed estraneo, in alcuni casi abbinate a video sessualmente espliciti», sottolinea la Procura.
L’inchiesta è ancora in corso e mira a chiarire se il 22enne abbia agito in autonomia o sia parte di una rete più ampia. Intanto il caso rilancia il dibattito sull’urgenza di una maggiore protezione dei dati personali online, in particolare per i più giovani.


