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venerdì, Maggio 3, 2024
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Russia potenza nucleare, in mano a Putin armi di ultima generazione

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La Russia ha assemblato il suo armamentario nucleare a partire dal 1° gennaio 1967 e da quel momento non ha più smesso.

Oltre a lei possiedono armi nucleari:

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  •  USA;
  •  Regno Unito;
  •  Francia;
  •  Cina;
  •  Pakistan;
  •  India;
  •  Nord Corea.

Come abbiamo visto l’Italia non figura tra le nazioni in possesso di armi nucleari, come anche ribadito dal premier Mario Draghi in un intervento fermo e deciso di condanna all’azione messa in campo da Putin, azione che ha leso, di fatto, la sovranità dell’Ucraina.

Infatti, doveva essere proprio Kiev a riconoscere l’indipendenza a Donetsk e Lugansk (atto di preludio ad una futura annessione), sanando così i dissensi del Referendum del 2014 mai riconosciuto dalla capitale, e non la Russia che si è così arrogata un diritto di prelazione, così come accaduto per la Crimea.

I due decreti firmati da Vladimir Putin che sanciscono l’ufficialità delle repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk, situate nell’Ucraina orientale e più precisamente nella regione del Donbass, ha di fatto aperto ad uno scenario di guerra tra Russia e Ucraina, che coinvolgerà tutta l’Europa ed il mondo intero, con la discesa in campo degli USA, qualora Putin decidesse che quello che ha appena fatto non gli basta.

Mosca può contare su di un esercito forte e ben addestrato che negli ultimi due decenni ha dimostrato di aver imparato a “fare la guerra”, proprio in virtù dell’impegno in conflitti internazionali che l’hanno sempre vista protagonista.

Se la forza bellica russa, fatta di soldati, mezzi blindati, aviazione e marina spaventa non poco la debole Ucraina, e non fa dormire sonni tranquilli alla NATO, Putin ha un’altra freccia al suo arco: armi nucleari di ultima generazione.

Proprio in virtù della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, la Russia annovera nel suo arsenale bellico la bomba atomica, arma di distruzione di massa per eccellenza, che non ha esitato a testare nel 1961, la cui copia fa bella mostra di sé al Museo di Sarov. Da allora però le cose sono cambiate.

Come abbiamo visto l’Italia non figura tra le nazioni in possesso di armi nucleari, come anche ribadito dal premier Mario Draghi in un intervento fermo e deciso di condanna all’azione messa in campo da Putin, azione che ha leso, di fatto, la sovranità dell’Ucraina.

Infatti, doveva essere proprio Kiev a riconoscere l’indipendenza a Donetsk e Lugansk (atto di preludio ad una futura annessione), sanando così i dissensi del Referendum del 2014 mai riconosciuto dalla capitale, e non la Russia che si è così arrogata un diritto di prelazione, così come accaduto per la Crimea.

Quali armi nucleari possiede la Russia

Nei giorni scorsi le esercitazioni russe si sono susseguite senza tregua.

Un modo come un altro per mostrare ai propri nemici che mettersi contro la Russia sarebbe un errore e per spingere l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a rivedere le regole sul nucleare che limita la potenza militare russa.

In compagnia del Presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, Putin si è goduto lo spettacolo nucleare di cui dispone.

Alcuni dei missili con capacità nucleari lanciati sono stati:

  •  “Kinzhal” e “Zirkon”: due missili da crociera ipersonici;
  •  “Yars” partito dal nord della Russia fino al territorio di Kamchatka;
  •  “Iskander” è partito dalle steppe intorno ad Astrakhan;
  •  Sottomarini, bombardieri e missili intercontinentali basati a terra.

Per il momento si è trattato di esercitazioni su tratte tradizionali, ma che potrebbero tranquillamente assumere risvolti internazionali.

Cos’era la Tzar Bomb

La Russia non è nuova ad esercitazioni di questo genere.

Il 30 ottobre 1961 alle 11.32 (ora di Mosca), la Russia fece scoppiare, su un’isola dell’arcipelago di Novaja Zemlja, a nord del circolo polare artico, l’ordigno “Big Ivan o Tzar Bomb” considerato come la più devastante arma nucleare mai creata.

La bomba poteva sviluppare una potenza da 100 megatoni che, in fase di test, venne dimezzata a 50 megatoni proprio per l’impatto deflagrante che avrebbe potuto avere.

Trasportata, non senza fatica, dall’allora più grande bombardiere sovietico, il Tupolev Tu 95V, la bomba venne dotata di paracadute e sganciata nell’esatto istante in cui l’areo si sarebbe dovuto allontanare.

A nulla valsero gli accorgimenti e la schermatura dell’aereo con della vernice bianca per attutire il calore propagato dalla bomba; il personale dell’areo e il pilota rischiarono la vita. Solo la prontezza del maggiore Andrej Durnovcev riuscì ad evitare una strage e a salvare anche i soldati di guardia sull’altro velivolo che accompagnava il bombardiere.

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