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giovedì, Aprile 25, 2024
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Gli effetti della guerra sul calcio, cancellata la finale di Champions in Russia

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La Uefa avrebbe deciso che San Pietroburgo non ospiterà più la finale di Champions League di questa stagione dopo che la Russia ha attaccato l’Ucraina: lo apprende Associated Press. Venerdì si terrà una riunione straordinaria del Comitato esecutivo della Uefa per discutere della crisi geopolitica e una fonte ha affermato che i funzionari confermeranno che la sfida in programma il 28 maggio non si giocherà in Russia.

Il comunicato Uefa

Intanto la Uefa “condivide la grande preoccupazione della comunità internazionale per la sicurezza in Europa e condanna fermamente l’invasione militare russa in Ucraina – si legge in un comunicato – In qualità di organo di governo del calcio europeo, la Uefa lavora incessantemente per far crescere e promuovere il calcio secondo valori europei comuni come la pace e il rispetto dei diritti umani, nello spirito della Carta Olimpica. Rimaniamo solidali con la comunità calcistica in Ucraina e siamo pronti a tendere la mano al suo popolo. Affrontiamo questa situazione con la massima serietà e urgenza. Alcune decisioni -conclude la Uefa – saranno prese dal Comitato Esecutivo Uefa e annunciate domani”. A rischio anche Russia-Polonia che si giocherà il 24 marzo a Mosca, partita dei playoff per i Mondiali di Qatar 2022.

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Le parole di Roberto De Zerbi, l’allenatore italiano dello Shakhtar bloccato in hotel

Roberto De Zerbi, tecnico dello Shakhtar, ha raccontato – dall’hotel in cui è bloccato a Kiev – all’agenzia Italpress queste ore drammatiche di guerra tra l’Ucraina, dove attualmente si trova, e la Russia: “Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, però non mi sono mosso, perché io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff… Potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato… Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni. Stamattina hanno sospeso il campionato e dalle finestre dell’hotel Opera abbiamo visto file di auto che si muovevano. Credo che stiano andando in Polonia. L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene così. Alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui. Non credo almeno per ora che siamo a rischio, sono venuto qui per fare sport, davvero, e mi armo di pazienza. Non sono venuto per soldi, me ne offrivano di più in Italia, ma per fare esperienza. E ora aspetto. È un’esperienza – triste – anche questa. Penso al grande Maradona che quando ce n’era bisogno diceva quel che pensava ai padroni del calcio”.

Il messaggio dello Shakhtar Donetsk: “Staremo in piedi!”

Il club di Donetsk, una delle due città stato del Donbass (insieme a Luganks), ha pubblicato sul profilo Twitter una foto della bandiera dell’Ucraina con un messaggio: “Staremo in piedi!”.

Attraverso le parole di Marlon, difensore ex Sassuolo, i calciatori brasiliani di Dynamo Kiev e Shakhtar Donetsk hanno fatto un appello al Governo del loro Paese, chiedendo di rientrare al più presto in Sudamerica:

“Siamo qui riuniti, noi della Dynamo e dello Shakhtar, assieme alle nostre famiglie. Siamo qui in attesa, chiusi in un hotel, a causa di questa situazione. Chiediamo il vostro aiuto per mezzo di questo video. Manca combustibile nelle città, le frontiere sono chiuse, aeroporti chiusi. Non possiamo uscire dal paese. Chiediamo il sostegno del Governo del Brasile. Speriamo che voi possiate aiutarci, promuovere questo video perché arrivi a più persone possibili”.

Da Shevchenko a Malinovskyi, le reazioni del mondo del calcio alla guerra in Ucraina

Nei giorni scorsi l’ex attaccante del Milan Andrij Shevchenko prese posizione verso quella che pareva – e così è stato – una guerra imminente: “Insieme vinceremo, gloria all’Ucraina!”. Nella gara di Champions League tra Benfica e Ajax l’attaccante dei lusitani, Roman Yaremchuk, nell’esultare dopo aver segnato il goal del 2-2, ha mostrato una t-shirt con lo stemma di color grigio dell’Ucraina e baciato più volte quel logo.

Forti reazioni arrivano anche dal mondo della Premier League. Oleksandr Zinchenko, terzino del Manchester City, ha mostrato in una storia Instagram tutta la propria rabbia: “Spero che tu possa fare una morte dolorosa”, è la scritta apparsa sopra una foto di Vladimir Putin.

Anche Ruslan Malinovskyi, calciatore dell’Atalanta, ha fatto sentire la propria voce postando dal suo account Instagram il discorso del Presidente dell’Ucraina, Zelenskiy, e condiviso le parole della moglie, Roksana Malinovska: “Piango e prego per il mio Paese, per il nostro popolo, per la mia casa. Le notizie russe non dicono la verità. Questo è un crimine contro tutta l’umanità, come si può fermare questo orrore”.

Lo Schalke 04 toglie la scritta Gazprom dalla maglia

“Considerando gli eventi, lo sviluppo el’escalation degli ultimi giorni, l’FC Schalke 04 ha deciso di rimuovere la scritta del suo sponsor principale – ‘GAZPROM’ – dalle maglie. Questo passaggio segue le discussioni con GAZPROM Germania. Sul petto dei Royal Blues ci sarà invece scritto solo Schalke 04″. Lo ha annunciato il club tedesco in una nota. “Il club darà informazioni a tempo debito su ulteriori possibili passi”.

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