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domenica, Aprile 28, 2024
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Salvatore morto nel crollo in Galleria, 9 anni fa l’incidente che uccise il 14enne

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Ci sentiamo profondamente turbati. All’immenso dolore per la scomparsa di nostro figlio, che nessuno ci potrà restituire, si aggiunge l’amarezza di una giustizia che sembra sempre più lontana“. Il 5 luglio, per la famiglia di Salvatore Giordano è il giorno in cui un dolore mai sopito si acuisce. Lo studente di 14 anni di Marano di Napoli morto in ospedale a causa delle gravi ferite riportate dopo essere stato colpito alla testa da un grosso frammento di un fregio della Galleria Umberto di Napoli.

La tragica morte di Salvatore

Esattamente nove anni fa, mentre stava passeggiando lungo via Toledo con degli amici, Salvatore rimase gravemente ferito alla testa, il 5 luglio 2014. La sua morte sopraggiunse alcuni giorni dopo, il 9 luglio, dopo quattro giorni di agonia, in un reparto del Loreto Mare, l’ospedale in cui fu subito ricoverato. “Sono passati nove anni nella totale indifferenza della giunta comunale precedente e di quella attuale“. Raccontano all’Ansa Umberto e Margherita Giordano, padre e madre della giovane vittima. “Chiediamo disperatamente, accoratamente e con tutte le nostre forze che sia fatta giustizia per nostro figlio. A cui è stato negato, per negligenza, di crescere e di vivere la sua vita“.

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Le parole del legale della famiglia Giordano

Assistita dall’avvocato napoletano Sergio Pisani, il 19 settembre 2022, la famiglia ha ottenuto dal giudice monocratico di Napoli Barbara Mendia la condanna di cinque imputati (tra cui figurano alcuni dipendenti comunali) e un’assoluzione. Lo scorso giugno, sempre a Napoli, si è temuto il peggio: questa volta il crollo si è verificato nei pressi della Galleria Principe, per fortuna senza vittime.

A nove anni di distanza ancora nessuno si è fatto avanti per risarcire la famiglia, lasciando aperta una ferita di cui tutti sembrano disinteressarsi“, dice l’avvocato Sergio Pisani. Che sottolinea: “sono evidenti le responsabilità, anche del Comune di Napoli. Che avrebbe potuto scongiurare questa tragedia semplicemente transennando il marciapiede sottostante come era stato richiesto ufficialmente. E come era doveroso in considerazione dei numerosi distacchi che in quei mesi avevano preceduto quello che colpì Salvatore“.

Nonostante le condanne ottenute in sede penale – conclude il professionista – ora la famiglia dovrà affrontare anche un lungo processo civile. È davvero incredibile che nessuno si assuma le responsabilità di questa gravissima vicenda“.

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