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sabato, Maggio 4, 2024
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Sanremo 2023, il monologo di Alessandro Siani tra social e realtà: “Oggi abbiamo molti like e pochi amici”

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Alessandro Siani è stato una delle presenze comiche di questa 73esima edizione del Festival di Sanremo. L’attore e comico napoletano, salito sul palco dell’Ariston ad un orario estremo (l’1:55 del mattino), ha portato un monologo-ritratto della società di oggi e del rapporto dei ragazzi con la tecnologia.

Social che, nel monologo di Siani, è stato raccontato in mille sfaccettature nei suoi pregi e nei suoi difetti. Ciò che Siani vuole mettere in evidenza nella sua visione è una riflessione tra serio e faceto a proposito di una tecnologia subdola e un virtuale ipnotico, pronti a mettere sempre più all’angolo la realtà.

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Sanremo 2023, il monologo di Siani sulla società odierna

L’attore lo ha definito “Il festival del selfie” e motiva “Qui si fanno fotografie ovunque: c’è gente che fa foto con i barman dei Cugini di Campagna, ho visto uno che si è fatto la foto con quello che ha fotografato Mengoni”.

Questo il monologo: “Noi usiamo troppo il telefono, anche quando andiamo al ristorante facciamo le fotografie. Tieni una parmigiana calda e invece di mangiartela che fai? La fotografia. Ma perché, non la vedi più? È capitato pure a me, tenevo una spigola a tavola e addirittura ho fatto 10 fotografie. A un certo punto me ne sono andate e la spigola mi ha toccato a ha detto ‘Senti mi vuoi fare un’altra fotografia? Sono venuta con gli occhi chiusi’”.

Poi l’attore e regista ha fatto notare che ora i film ce li vediamo pure sul telefono. “Un film è bello vederlo al cinema” e, in risposta a chi dice che andare al cinema è complicato, Siani dice che anche vederlo a casa propria è diventata una sfida. Troppe piattaforme tra cui scegliere, troppe categorie e troppi film da vagliare. “Che hai messo? Il pigiama e vado a dormire. Il tempo che avevo a disposizione l’ho speso per scegliere il film e non per vederlo“.

Alessandro Siani non risparmia nemmeno il mondo delle serie TV. “Io le amo le serie TV, mi fanno impazzire, ma non posso vedere 4 stagioni per capire chi è l’assassinio. 200 puntate per capire chi è l’assassinio. Io dopo 200 puntate ho capito chi è l’assassinino, ma non mi ricordo più chi è il morto”. Dopo a un simpatico aneddoto sul padre, il comico ci ricorda che “la felicità non è stare isolati in una stanza,la felicità nasce dal movimento, non dall’inerzia. La felicità è dietro l’angolo, l’amore è una corsa ad ostacoli. Per essere felici ti devi muovere“.

Il confine tra la realtà e il virtuale

Poi torna a parlare della nostra vita, troppo relegata nei confini di uno schermo. “Questa cosa che stiamo sempre con il telefono in mano ci ha creato un meccanismo particolare. Hanno studiato il nostro corpo umano e si sono accorti che ci stiamo trasformando. L’uso dei tablet e dei computer ci sta cambiando fisicamente”, poi alle sue spalle appare un modello 3D di come dovremmo apparire nel 3000 a causa dell’uso smodato del cellulare. “C’è un’immagine ancora più incredibile. Se nel 300 saremo così, nel 4000 saremo così” e alle sue spalle appare una foto di Malgioglio.

“E allora, per concludere, quale è la verità? Io mi sono emozionato leggendo un articolo nel quale un ragazzo diceva che aveva molti like e pochi amici. E poi, a un certo punto, ho spento il telefono e si è accesa la vita. Certo, è stato un caso, come è stato un caso quando a un certo punto non prendeva più, non andava WhatsApp, ve lo ricordate quel giorno? Siamo impazziti tutti. Non andavano WhatsApp, Instagram, Facebook. E un ragazzo stava in una piazza e disse, chiamando un poliziotto, ‘Venitemi a prendere, ho paura. Non mi prende Facebook, WhatsApp, Instagram. Ho paura’. Disse il poliziotto ‘ma dove ti trovi?’ Nella realtà”.

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