Otto condanne nei confronti di altrettanti carabinieri accusati di avere messo in atto depistaggi dopo la morte di Stefano Cucchi. Il giudice del tribunale monocratico ha inflitto, tra gli altri, 5 anni al generale Alessandro Casarsa e 1 anno e 3 mesi al colonnello Lorenzo Sabatino.
Agli imputati, a seconda delle posizioni, si contestano i reati di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia “Sono sotto shock. Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno. Anni e anni della nostra vita sono stati distrutti, ma oggi ci siamo. E le persone che ne sono stati la causa, i responsabili, sono stati sono stati condannati”, lo ha detto Ilaria Cucchi dopo la sentenza
Per l’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo , «è stato confermato che l’anima nera del caso Cucchi è il generale Casarsa»: «Il dato di verità è che tutto quello che hanno scritto su Stefano, che era tossicodipente, anoressico, sieropositivo è falso. È il momento che si prenda le proprie responsabilità chiunque vada contro questa sentenza e quella pronunciata dalla Cassazione lunedì». E la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi : «Non credevo ci saremmo arrivati».
Cinque anni al generale Alessandro Casarsa il più alto in grado nella scala gerarchica dell’epoca e oggi accusato di falso. Quattro anni a Francesco Cavallo, a sua volta accusato di falso. Quattro anni a Massimiliano Colombo Labriola (falso), 1 anno e 9 mesi a Francesco Di Sano (falso), 1 anno e nove mesi a Tiziano Testarmata (omessa denuncia alla autorità giudiziaria), 1 anno e tre mesi a Lorenzo Sabatino (omessa denuncia all’autorità giudiziaria) e 4 anni a Luciano Soligo (falso). Mentre a Luca De Cianni, accusato di calunnia nei confronti del collega Riccardo Casamassima, sono stati inflitti 2 anni e sei mesi.
In primo grado il processo si conclude con una vittoria per gli uffici della Procura e in primis del pm Giovanni Musarò che aveva istruito approfondimenti accurati sulla vicenda. Nella sua requisitoria il magistrato aveva definito i depistaggi sul caso «ostinati e a tratti ossessivi» protratti per anni.
Stefano Cucchi, i due carabinieri condannati si sono costituiti: sconteranno i 12 anni nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere
Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due carabinieri condannati in via definitiva lunedì sera dalla Cassazione a 12 anni per omicidio preterintenzionale nel processo per il pestaggio e la morte di Stefano Cucchi, si trovano entrambi nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove sconteranno la loro pena. Dopo la sentenza i due carabinieri si sono costituiti in caserma.
Il primo a costituirsi a Isernia è stato Alessio Di Bernardo, originario di Sesto Campano. Poi insieme a Di Bernardo si è recato nella caserma Ezio Andolfato di Santa Maria Capua Vetere, sede del carcere militare giudiziario. I due sono arrivati nel cuore della notte. Prima di essere traferiti in carcere, si sono consegnati ai loro colleghi che poi hanno provveduto al trasferimento nella struttura penitenziaria casertana.