Dal “né di destra né di sinistra” al “turatevi il naso e votateci”: il passo è breve, ma racconta meglio di ogni analisi il cambio di rotta del Movimento 5 Stelle in Campania.
In un post diventato virale, una candidata del M5S ammette apertamente che per sostenere la corsa alla Regione servirà “una scatola intera di Malox” per digerire certe candidature alleate. E invita i sostenitori a “tappare il naso” pur di votare, giustificando così la presenza nelle liste del campo largo di personaggi che lo stesso Movimento, per anni, aveva additato come simbolo della vecchia politica.
Un’ammissione brutale, ma sincera: le alleanze con chi fino a ieri era “il nemico” vengono oggi spacciate come “un male necessario” per arrivare al potere. È il trionfo dell’opportunismo su quei principi di purezza e coerenza che erano stati la bandiera dei grillini.
«Mi sporco le mani nel fango per cambiare le cose», scrive la candidata. Ma è difficile capire dove finisca la strategia e dove inizi la resa: perché quel fango non è più soltanto una metafora. È la fotografia di un Movimento che si è tuffato in ciò che per anni ha promesso di ripulire.
La giustificazione è sempre la stessa: “cambiare da dentro”. Ma la storia insegna che quando si entra nel sistema per modificarlo, quasi sempre accade il contrario e negli ultimi anni non sono mancate conferme anche in salsa stellata. Il Movimento, nato per “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”, oggi chiede ai suoi di ingoiare l’amaro boccone e di fidarsi comunque.
Il messaggio ai sostenitori è chiaro: “fate finta di nulla, votate e poi vedremo”. Ma la perdita di credibilità è già qui, palpabile. Perché se il Movimento che predicava l’onestà assoluta oggi invita a turarsi il naso, vuol dire che la rivoluzione è finita o probabilmente mai cominciata realmente.


