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domenica, Maggio 12, 2024
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Tentato omicidio al nipote del boss, i Cuffaro-Marfella fanno scena muta

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Tentato omicidio del ras Antonio Lago e di Emanuele Marcello, i cinque ras dei Cuffaro-Marfella fanno scena muta davanti al gip. Si è svolta ieri l’udienza di convalida e tut- ti hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Il giu- dice per le indagini preliminari Luca Rossetti ha deciso di non convalidare il decreto di fermo eseguito lunedì ma ha applicato a tutti gli indagati la custodia cautelare in carcere. Si tratta di Carmine Milucci, Emanuele Bruno, Antonio Campagna, Patrizio Cuffaro e Beniamino Ambra. I cinque sono ritenuti gravemente indiziati del duplice tentato omicidio, aggravato dal metodo mafioso, di Emanuele Marcello e Antonio Lago. Quest’ultimo è ritenuto dagli investigatori legato all’omonima famiglia, che negli anni ’80-’90 aveva il predominio delle attività illecite sul quartiere Pianura. I cinque fermati, invece, sono considerati legati ai Cuffaro-Marfella e ai Carrillo-Perfetto. Secondo l’accusa avrebbero tutti partecipato, a vario titolo, al tentativo di omicidio, esplodendo molti colpi di pistola contro le vittime designate, che si trovavano a piedi e riuscirono a scampare all’agguato.

Ad inchiodare i cinque alcune intercettazioni captate dagli uomini della squadra mobile come una conversazione in cui Emanuele Bruno parla di Carmine Milucci come esecutore materiale lamentandosi del fatto di non essere riuscito nel suo intento.
Nel corso di quella conversazione Beniamino Ambra, che era in compagnia di Milucci, si lamenta di quest’ultimo con Bruno spiegando al suo interlocutore che non ha saputo portare a termine l’omicidio lasciando in vita Lago con lo stesso Bruno che si preoccupa di quanto accaduto temendo una guerra nei loro confronti perché, testualmente: “Hann venut a sapè ca simm stat nuj, mo’ stamm in guerra! Capito o no Carminiello che guaio ha fatto?”. Poi Bruno entra nello specifico raccontando cosa accadde la sera dell’agguato e confermando per la Procura che Ambra fosse presente sulla scena:” Perchè vuoi sapere…vuoi sapere che…vuoi sapere quello che ha detto, Beniami? Disse che il “magone” disse vicino a lui “non mi uccidere” … aizain’guoll e se ne jet…“. Ambra però lo corregge spiegando che vi fu un intoppo:”Ma quando mai quell si inceppò la pistola”.

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