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lunedì, Maggio 6, 2024
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Scoperto il “trucco” dell’Hotel City, un affare da 8,5 milioni sulle spalle dei migranti

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L’emergenza “migranti”, oramai è un fatto assodato, semplicemente non esiste. O meglio, esiste un’emergenza ma è legata alla gestione dei richiedenti asilo, sia da un punto di vista abitativo che da un punto di vista occupazionale. Entrambi gli aspetti, appare intuitivo, testimoniano come i migranti provino a tendere la mano al Paese che li ospita, per cominciare una nuova vita, un nuovo percorso sociale. Delle due reali emergenze, la prima (quella abitativa) è la prima che va risolta. Come? I centri di accoglienza temporanei. Probabilmente non è una soluzione sostenibile a lungo termine e la loro stessa natura presenta lunghi e freddi coni d’ombra giudiziari. Ma è la soluzione suggerita dallo Stato italiano e supportata dalla legge. A questa soluzione stanno partecipando diverse strutture alberghiere che, in cambio di un cospicuo ritorno economico, hanno trasformato la loro identità. Come, ad esempio, l’Hotel City di San Nicola la Strada.

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(L’Hotel City di San Nicola la Strada, proprietà della famiglia Cirella – Google Maps)

Cambiare il proprio volto, sia chiaro, è lecito poichè permesso dalla legge. Quindi, in breve, non è qui il problema. Il punto è l’occasione che fa l’uomo ladro. L’occasione, manco a dirlo, è la situazione emergenziale che vivono centinania – migliaia – di persone che sono scappate dall’inferno per provare a riacciuffare un futuro sostenibile. Accogliere i migranti nelle proprie strutture non è gratis e i proprietari lo sanno. Attraverso delle comuni gare d’appalto, è possibile aggiudicarsi dei lotti. Che, in sostanza, sono quote di migranti da ospitare presso le proprie strutture. Così la famiglia Cirella, proprietaria dell’Hotel City di San Nicola la Strada (a due passi dalla Reggia di Caserta), ha provato a guadagnare un rilevante vantaggio sugli avversari.

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Il trucco dell’Hotel City

Così Fabio e Pasquale Cirella, figlio e padre, calano il loro personalissimo asso nella manica. Fabio lascia la società di famiglia, la Senza Frontiere srl, e fonda la Family srl. Forse in onore dei tempi andati, chissà. Fatto sta che sia la neonata Family srl che la familiare Senza Frontiere srl partecipano alla gara d’appalto per alcuni lotti di migranti da ospitare presso le loro strutture. E fin qui, sia chiaro, va ancora tutto bene. Il problema sorge quando qualcuno, alla Prefettura di Caserta, si è accorto che entrambe le società avevano indicato l’Hotel City come struttura ospitante. L’alberto di famiglia, insomma. Un romantico modo per ricongiungere gli interessi familiari, forse? Certo che no. Si chiama truffa, o almeno è un chiaro tentativo. Per questo la Famly srl viene esclusa dalla gara d’appalto.

La sentenza del Tar Campania sul trucco dell’Hotel City

A questo punto, immune a qualsiasi senso di colpa – morale e imprenditoriale – Fabio Cirella presenta tempestivamente ricorso al Tar Campania. Lo stesso, ovviamente, viene rigettato. «La coincidenza cronologica ha comportato un cambiamento della compagine societaria immediato e prossimo alla presentazione della domanda e comunque posteriore al bando, denotando un interesse riconducibile agli interessi familiari della società Family srl nel senso di scindere la struttura societaria al fine di concludere più di un contratto di affidamento, con riferimento al medesimo lotto». Abbastanza chiaro a tutti quale fosse l’unico intento del rampollo Cirella. Il Tar lo ha condannato, intanto, a pagare anche le spese processuali (circa 4mila euro). In gara resta la Senza Frontiere srl di Cirella padre. Siamo certi che l’intento primario sia quello di ospitare nel miglior modo possibile tutte quelle persone che scappano da morte e miseria.

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