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domenica, Maggio 5, 2024
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Ucciso da suo cugino per ordine del clan:«I Lo Russo temevano una nuova scissione»

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Il suo omicidio fece capire agli inquirenti che qualcosa nel clan Lo Russo stava cambiando. Che quel clan, un tempo monolitico e con una divisione da legione romana, stava implodendo su se stesso lasciando il posto a piccoli gruppi pronti a farsi la guerra. E’ questo il contesto entro cui maturò l’omicidio di Francesco Sabatino. Il ras pagò con la vita le scelte fatte dal padre Ettoruccio e, nel timore di nuove scissioni, fu ucciso. Questo quanto rivelato ai magistrati da Mariano Torre ex killer al soldo di Carlo Lo Russo e attuale collaboratore di giustizia. Stando al racconto di Torre i Lo Russo chiesero la testa di Francesco Sabatino ma il ras Salvatore Scognamiglio (all’epoca reggente della cosca) si rifiutò di consegnare il proprio affiliato a quelli di Miano. Un gesto coraggioso del reggente dell’organizzazione che però non servì a nessuno dei due: prima fu ammazzato lui, il 5 agosto 2011, poi il figlio del pentito Ettore detto Ettoruccio. Una lupara bianca non riuscita visto che il corpo del 35enne fu poi trovato in un canalone di Chiaiano il 12 ottobre 2013.

«All’interno del clan Lo Russo si erano venuti a formare due gruppi, anzi tre gruppi, come casse separate. Un gruppo, che definisco ‘quelli di vascio’, facente capo a Tonino Lo Russo figlio di Salvatore ‘capitone e il suo pupillo Salvatore Silvestri, un gruppo ‘e copp’ facente capo a Lellè figlio di Carlo Lo Russo ed un gruppo di Salvatore Scognamiglio. In altri termini Salvatore Scognamiglio che come ho detto aveva ricevuto l’imbasciata dal carcere da uno dei fratelli Lo Russo, era stato messo al comando del clan insieme a Gennaro Palumbo (poi ucciso in un duplice agguato). Ma poi nacquero dei dissidi con gli altri e in particolare con Lellè e Salvatore Silvestri che era il pupillo di Tonino Lo Russo. Noi fummo coinvolti in queste liti, Rosario Guarino mi avvisò che Totore Scognamiglio stava litigato con quelli di Miano e stava appoggiato in una casa nel Perrone. Cercammo di mediare ma loro ed in particolare Lellè dissero che dovevamo dire a Scognamiglio che per fare la pace doveva ‘dargli la testa di Francesco Sabatino’, il figlio del collaboratore di giustizia. Riferimmo quindi questa ambasciata a Totore Scognamiglio e Totore non accettò l’offerta. Anzi, disse di riferire a Miano che non avrebbe mai venduto un suo compagno».

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Per quel delitto è stato condannato Luigi Cutarelli: gli inquirenti risalirono a lui come possibile responsabile. in quanto sulla scena del delitto furono rinvenute tracce di sangue: durante un interrogatorio di Cutarelli fu poi possibile estrarre il Dna dalla saliva lasciata su un bicchiere; i profili genetici erano identici. Secondo la ricostruzione fatta dal pubblico ministero in aula Cutarelli avrebbe ucciso Sabatino con 25 coltellate nel terraneo di proprietà dell’uomo in via Janfolla a Miano. Il cadavere, quindi, fu abbandonato lungo una strada sterrata di Chiaiano, nei pressi del cosiddetto ‘Frullone’ dove. poi, fu trovato da un passante.

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