Aveva rivelato a persone che non facevano parte del clan di aver partecipato ad un omicidio e per questo, nel luglio 2013, Vincenzo Birra fu ucciso alla periferia di Napoli. Un agguato che oggi ha fatto scattare le ordinanze di custodia cautelare in carcere per tre esponenti del clan Mele, tutti già detenuti. Sono stati gli agenti della Squadra Mobile di Napoli ad eseguire l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico dei tre esponenti del clan operante nel quartiere di Pianura.
Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Giuseppe Mele, Salvatore Mele e Antonio Bellofiore ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dell’omicidio pluriaggravato di Vincenzo Bitta commesso a Napoli, nel quartiere Pianura, nella notte tra il 13 e il 14 luglio 2013.
Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, riscontrate dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di far piena luce sul movente, sui mandanti e sugli esecutori materiali: la decisione di uccidere Birra fu presa dai fratelli Mele, all’epoca dei fatti capi indiscussi dell’omonima organizzazione criminale, per punirlo dopo che aveva rivelato a soggetti estranei al sodalizio la sua partecipazione all’omicidio di Fosco Di Fusco, commesso in concorso con altri affiliati al clan Mele