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venerdì, Aprile 19, 2024
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Vaccino cinese in Italia, aperta un’inchiesta della guardia di finanza

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C’è un vaccino cinese anti-Covid che circola tra i cinesi che abitano a Napoli? Wu Zhiqiang, portavoce della comunità cinese a Napoli, sembra proprio confermarlo in una dichiarazione ripresa da AvellinoToday: “Siamo a conoscenza che, nell’ambito delle comunità cinesi campane, c’è stato qualche episodio riguardo l’arrivo del vaccino direttamente dalla Cina ma prendiamo le distanze da quanto accaduto in maniera clandestina e illegale”.

La storia dei vaccini cinesi anti-Covid arrivati a Napoli

Di certo, fa sapere oggi Il Mattino, la Guardia di Finanza ha cominciato a indagare sulla vicenda e i militari del comando provinciale hanno deciso di condurre verifiche mirate sui pacchi provenienti dalla Cina e su frigoriferi, materiale di stoccaggio e impianti per prodotti farmaceutici. A favore della tesi dello sbarco clandestino tra le comunità della Campania ci sono soltanto indizi e nessuna prova. Uno di questi è il fatto che da ottobre 2020 sono stati registrati solo cinque casi di positività su  5200 cittadini. Ma il farmaco va conservato in frigoriferi speciali e finora non si sono registrati sequestri di materiali adatti. In ogni caso la GdF ha intenzione di intensificare i controlli nei porti, negli aeroporti e nelle dogane.

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Di certo c’è che dei dodici vaccini attualmente in preparazione contro Sars-CoV-2 ce ne sono cinque di cinesi. Il Coronavac di Sinovac Biotech è nella fase conclusiva della sperimentazione: a giugno gli studi di fase 1 e 2 su  743 volontari non hanno riscontrato gravi effetti avversi e hanno prodotto risposta immunitaria, anche se il preparato si basa sulla “vecchia” tecnologia del virus intero inattivato (utilizzata anche per quello contro la poliomelite). Poi c’è quello di Sinopharm, azienda di proprietà statale con sede proprio a Wuhan, che usa lo stesso approccio. A giugno è stato dato il via alla somministrazione ai militari di CanSino. Le reazioni avverse registrate sono state definite da lievi a moderate, con eventi gravi dal 6% al 17% nel gruppo ad alto dosaggio: dolore, febbre, mal di testa, affaticamento, anche classificati come gravi, i più comuni ma transitori e autolimitanti.

. Ma, secondo il Mattino, la riposta al numero ridotto di contagi tra le comunità cinesi potrebbe avere una spiegazione più semplice. Ovvero quella della “grande attenzione dei cinesi nel rispettare le norme, non abbassare mai la mascherina e igienizzare sempre le mani”. Ma c’è anche chi ammette di averlo preso: “A novembre mi sono vaccinata contro il Covid-19 in un ospedale in Cina e ora sono immune – ha dichiarato all’Adnkronos GioiaWuang, una commerciante a Roma di nazionalità cinese – sto bene, non ho avuto né febbre né dolori. Non è obbligatorio, chi vuole può farlo. Da ottobre la popolazione cinese ha iniziato a vaccinarsi contro il Coronavirus e nello Zhejiang, la mia regione, non ci sono più contagi”.

 

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