Il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Italia, con un caso accertato e due ancora sospetti. Allo Spallanzani di Roma il virus è stato già isolato dopo i casi accertati in Spagna, Portogallo, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. In Europa, dunque, cresce gradualmente l’allarme. I sintomi sono come quelli di un’influenza, poi il gonfiore ai linfonodi e l’eruzione cutanea su corpo e viso.
Il primo caso in Italia
Il primo caso italiano lo riporta un giovane tornato da un viaggio alle isole Canarie. Il ragazzo si è presentato al pronto soccorso del policlinico Umberto I con un quadro clinico risultato subito particolare. Il Monkeypox virus è stato subito identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. A riportare la notizia è Leggo. Il ragazzo è ricoverato in isolamento, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni così come gli altri due casi in fase di accertamento.
Come si diffonde il virus
«Può avvenire attraverso le goccioline di saliva e i contatti con le lesioni o i liquidi biologici infetti». E allora massima attenzione nei rapporti sessuali occasionali: «Abbiamo messo in allerta le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse – spiega Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, l’stituto superiore di Sanità per monitorare la situazione nazionale. Raccomandiamo infatti prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili».
Inoltre dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si lancia l’appello per le campagne informative soprattutto tra i gay: «È necessario adottare misure per aumentare la consapevolezza sulla potenziale diffusione del vaiolo delle scimmie nelle comunità di individui che si identificano come msm (uomini che fanno sesso con altri uomini, n.d.r.) o che hanno rapporti sessuali occasionali o che hanno più partner sessuali». Replica a muso duro Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+: «Chiediamo al Ministero di intervenire per evitare che, come negli anni 80, si crei uno stigma solo contro le persone gay. A rischio è chiunque abbia rapporti sessuali occasionali».