Era il 19 novembre del 2020 quando a Napoli Vincenzo D’Orto, un ragazzo di soli 23 anni, volava giù dal quinto piano del palazzo in cui viveva con la madre, la sorella e il suo nuovo compagno. I genitori erano divorziati da tre anni ed Enzo, dopo aver vissuto per un periodo con il padre e la compagna, aveva deciso di trasferisi a casa della mamma.
Il servizio di Chi l’ha visto sulla morte di Vincenzo D’Orto
Intervistato da Chi l’ha visto, il papà di Vincenzo, Carmine D’Orto, ha raccontato di non essere stato avvisato del decesso nè dalla moglie nè dalla figlia della morte. A comunicargli la tragedia, due ore e venti dopo, una chiamata della sorella. Il nipote, infatti, navigando sul web, si era imbattuto in una foto del cugino accompagnata da una frase che, purtroppo, non faceva presagire nulla di buono. Da qui nasce la perplessità di Carmine: “Perché nessuno mi ha avvisato?”.
La convocazione della Guardia di Finanza
Tre giorni prima del tragico gesto, Vincenzo D’Orto era stato convocato dalla Guardia di Finanza come persona informata dei fatti in merito ad una truffa assicurativa. Truffa che, secondo alcune indiscrezioni raccolte da Chi l’ha visto, vedrebbe coinvolti il compagno della madre e, forse, anche un suo nipote, amico di Vincenzo. Nel servizio anche la testimonianza di Mauro Auriemma, legale di Carmine D’orto. L’avvocato riporta quello che, secondo qualcuno, il compagno della mamma avrebbe urlato a Vincenzo D’orto poco prima della tragedia: “Ti conviene buttarti giù, quello è il mio sangue, perché se vengono ti buttano loro”.
La Procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per istigazione al suicidio.