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sabato, Aprile 20, 2024
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Violenza in carcere, feriti gravemente tre agenti della Penitenziaria

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«Non è la prima volta che questo detenuto assume atteggiamenti di violenza con condotta reiterata senza. Nonostante gli sforzi profusi dal direttore, comandante e personale di polizia, la difficile gestione di questi eventi non viene presa in carico dall’ente competente quale ASL». La notizia della violenta aggressione subita da tre agenti della Polizia Penitenziaria viene introdotta da parole al veleno da parte di Vincenzo Palmieri, segretario regionale dell’Osapp. L’Osapp è l’organizzazione sindacale autonoma della Polizia Penitenziaria, un organo istituzionale che dà voce agli agenti di Polizia appartenenti alla categoria. Tra l’altro, una categoria particolarmente a rischio, poiché a costante contatto ravvicinato con i detenuti. Sia nelle carceri ordinarie, sia in quelle di massima sicurezza che negli Opg. Difatti, non è la prima aggressione nell’ultimo mese.

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L’ingresso di una pattuglia della Penitenziaria nell’Opg di Aversa – archivio InterNapoli

E’ necessario l’incremento di 30 unità di Polizia Penitenziaria nel solo Opg di Aversa

«Auguro una veloce guarigione ai poliziotti coinvolti che nel contempo hanno ristabilito l’ordine e la sicurezza all’interno del penitenziario normanno. Come Osapp abbiamo chiesto l’incremento di almeno di 30 unità per garantire sicurezza e diritti soggettivi». Così conclude Palmieri, augurando una veloce guarigione agli agenti feriti nell’episodio di violenza. Il tutto si è verificato nella giornata di ieri nella Casa di Reclusione di Aversa. Non esattamente un carcere, il penitenziario di Aversa è una casa circondariale per malati di mente. L’istituto, così come tutti gli altri Opg d’Italia, è al centro di un’analisi sociologica. I detenuti degli Opg sono abbandonati ad un “fine pena mai”, spesso decretato dalla mancanza di una valutazione oggettiva della salute mentale del detenuto. Una triste realtà che viene aggravata, inoltre, dalla totale mancanza di percorsi riabilitativi alternativi e moderni. Una questione tutta italiana che, talvolta, sfocia in episodi di violenza sul personale addetto alla gestione e alla sicurezza dei detenuti.

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