33.8 C
Napoli
giovedì, Giugno 20, 2024
PUBBLICITÀ

“Vogliamo sapere come è morta nostra sorella, non è stato suicidio”. L’appello dei familiari di Manuela

PUBBLICITÀ

Una ragazza esce di casa con i pantaloni del pigiama sotto i jeans, lascia casualmente un rossetto e un profumo sulla tavola della cucina, e viene vista da un testimone mentre pulisce le scarpe lungo il tragitto. Poi, sale su un’auto e scompare. Il giorno successivo il suo corpo viene trovato nella gola di Tuvixeddu, a Cagliari.
A distanza di 29 anni la morte di Manuela Murgia è ancora avvolta nel mistero.

Il caso di Manuela Murgia

Un pool di esperti sta studiando per presentare in Procura una richiesta di nuove indagini. “Vogliamo la verità – ribadiscono Elisabetta, Anna e Gioele Murgia – vogliamo sapere come è morta nostra sorella. Non si è trattato di un suicidio, lei non aveva alcun motivo per togliersi la vita”.

PUBBLICITÀ

Manuela viveva nel quartiere di Is Mirrionis, a Cagliari, insieme ai genitori, alle due sorelle e al fratello. Si erano da poco trasferiti da Monserrato. “Gestire quattro figli per nostra madre non era facile a quel tempo – raccontano – nostro padre era sempre fuori per lavoro e lei era sola. Mia sorella era una ragazza solare, quel giorno si è preparata come una 16enne che deve incontrare qualcuno di cui si fida e poi non è più tornata”. Cosa sia accaduto a Manuela da mezzogiorno del 5 febbraio del 1995 alla stessa ora del giorno dopo è l’interrogativo che si pongono i familiari.

Confessano le sorelle e il fratello di Manuela. “Non abbiamo mai saputo di cosa e come è morta nostra sorella, abbiamo dovuto guardare i documenti delle indagini e dell’autopsia per avere alcuni elementi. I nostri genitori da quel giorno portano nel cuore una ferita che sanguina sempre, tutto questo si è ripercosso nelle nostre viste, il lutto non è stato elaborato”. Secondo quanto affermano i familiari della 16enne e la criminologa Maria Marras che fa parte del pool che sta lavorando per la riapertura del caso, ci sono molte incongruenze “che andrebbero chiarite riaprendo il caso e usando le nuove strumentazioni e le nuove tecnologie per analizzare le prove”.

“Parte delle lesioni trovate sul corpo di nostra sorella sono incompatibili con la caduta da una grande altezza come dalla gola del Tuvixeddu” sottolineano. “Nel suo stomaco sono state trovate tracce di semolino o minestrina ingerito tre ore prima del suicidio, un cibo particolare che ha mangiato con qualcuno non in un fast food. E poi sulla schiena sono stati riscontrate lesioni puntiformi non compatibili con lo stato in cui si trovavano gli indumenti”.

 

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Kvara e Di Lorenzo sono avvisati, la decisione è definitiva di Conte

Giovanni Di Lorenzo e Khvicha Kvaratskhelia si mettessero l'anima in pace, il loro futuro sarà ancora a Napoli. E'...

Nella stessa categoria