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QUALIANO, TORNA IN CELLA IL FIGLIO DEL BOSS PIANESE

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Si era trincerato in casa protetto da telecamere a circuito chiuso puntate sulla strada. Ma Nicola Raffaele Pianese, 19 anni e con una carriera di boss in ascesa, nel suo appartamento di via Di Vittorio, dove stava scontando una condanna ai domiciliari, non c’era. Sono stati i carabinieri del nucleo operativo del reparto territoriale di Castello di Cisterna a mettere a segno l’ultima brillante operazione, arrestando, su ordine del Gip Daniela Fallarano, l’erede del defunto boss «Nicola ‘o mussuto». I militari di Castello di Cisterna, coordinati dal maggiore Fabio Cagnazzo, hanno dato seguito ad un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare ai domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, poiché il giovane e già reggente della cupola criminale, «più volte era stato sorpreso a violare gli arresti domiciliari», come si legge nell’ordinanza. La Direzione distrettuale antimafia poi, ha disposto la perquisizione dell’appartamento del giovane: una casa bunker nella quale il piccolo boss si era trincerato, protetto da ben quattro telecamere a circuito chiuso con relativi monitor. Pianese (nella foto), che stava scontando la pena dallo scorso 22 ottobre, quando i militari interruppero un summit di camorra, intorno al tavolo dei malavitosi siedeva da capo, un ruolo riconosciutogli dalla morte del padre, assassinato in un agguato di camorra. Da allora Nicola Raffaele aveva assunto le redini del clan. Con il suo arresto si dissestano nuovamente gli equilibri della cosca, quelli ai quali gli uomini del maggiore Cagnazzo, hanno assestato un altro duro colpo arrestando un altro elemento di spicco: Giuseppe Iodice, 31 anni, pregiudicato di Casoria, responsabile di porto e detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione. L’uomo girava per le vie di Qualiano con la sua Fiat Bravo armato di un revolver calibro 44, in ottimo stato uso, con marchio e matricola abrasa, priva di munizionamento.

MONICA D’AMBROSIO – IL MATTINO 29 NOVEMBRE 2007

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