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Melito, rivolta in Municipio

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La protesta arriva in Comune. Come a Giugliano la settimana scorsa. Rifiuti in strada, traffico bloccato, slogan sotto il municipio. Solo che a Melito, 35 mila abitanti, un minorenne su tre, la protesta non trova neppure un sindaco da cui farsi ascoltare. Non ne hanno uno da tre anni. Qui la crisi è più crisi che altrove. L´ultimo Consiglio comunale è stato sciolto per condizionamenti esterni della camorra, in una città dove in passato le campagne elettorali si sono fatte sotto scorta. Sono arrivati i commissari prefettizi. Il tempo di vedere sequestrati 200 appartamenti abusivi costruiti al posto del cimitero – con l´intera giunta in carica dal 1999 al 2002 denunciata dalla Procura – e sono andati via anche loro. Si sono arresi scrivendo due pagine a De Gennaro, Bassolino, Bertolaso, Amato, Pecoraro Scanio e Lepore, raccontando la loro fuga dinanzi «all´impossibilità di tornare a una situazione di normalità in tempi accettabili».

Rifiuti intorno ai mercati. Rifiuti intorno alle scuole. Rifiuti per chilometri e chilometri. Corso Europa è diventato a una sola corsia: dalla rotonda Mele (chiamata così per l´omonimo supermercato) fino alla circumvallazione esterna si sdraia una cordigliera di sacchetti. Una strada che quando nacque, a Melito, chiamavano “variante strategica”. I cumuli davanti il parco G.B. Cooperativa Prima Strada arrivano al secondo piano. In centro la monnezza è sulle strisce dei posti auto: non si parcheggia più. I residenti del parco Copec, edilizia popolare coi fondi della legge 219, si sono stufati. È da novembre che non vanno a liberarli dei rifiuti. Hanno bloccato le vie d´accesso al municipio. Transito consentito solo ai pedoni. Così fino alle 16, quando i commissari subentrati da poco più d´una settimana ai dimissionari hanno convocato una quindicina di manifestanti in Comune. «Noi tre – dicono – non ci tiriamo indietro finché non sarà stato rimosso l´ultimo chilo di immondizia dalla strada».

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Noi tre significa Francesco Massidda, Antonio D´Acunto e Enrica Spicaglia. Tocca a loro portare la città alle prossime amministrative. Forse in primavera. «Forse». Si decide il 24 febbraio. Tocca a loro, ora, dare risposte a una città esasperata di fronte a una politica prima collusa, poi distratta e adesso assente. In Comune hanno ricevuto i manifestanti, poi sono andati a relazionare i carabinieri. «Una manifestazione pacifica. Nessuno ha bruciato nulla». È costante il contatto con De Gennaro. Ma in strada restano mille tonnellate. «Quando siamo arrivati erano 1800», racconta Massidda, ieri in sopralluogo al parco Copec. Non fa previsioni. «I tempi non dipendono da noi». Melito conferisce al cdr di Giugliano. Se la catena si inceppa lì, l´immondizia rimane in strada. Massidda viene da Vercelli. È stato commissario in 5 Comuni dell´Abruzzo. I rifiuti sono una sfida diversa, specialmente per chi arriva «da città in cui la raccolta differenziata è un´abitudine». Come pure D´Acunto, che arriva da Terni. «Fra tutti i problemi che ci sono, e sono tanti, i rifiuti vengono al primo posto».

La differenziata hanno provato a farla partire nel 2002. Si è fermata. L´isola ecologica, via Cimitero, da tempo non accettava più materiale. Ora è una discarica a cielo aperto. Spesso accendono fuochi. «Se dovessimo scorgere manovre fosche, le segnaleremo», dicono dal Comune. Si deve ricominciare da zero. «Lo faremo. Le isole saranno due», annuncia Massidda. Di smaltimento si occupa invece la Melito Multiservizi, nata nel ’97 con 25 lavoratori provenienti da coop per gestire immobili comunali. Comune e ditta sono state autorizzate a conferire 12 tonnellate in più. Bernardino Tuccillo, ex sindaco sotto scorta e oggi assessore provinciale al Lavoro, parla di tragedia. «La rabbia della gente è comprensibile. Spero che siano evitate forme estreme di agitazione. Spero che tutto questo serva a destare l´allarme e a far concentrare gli sforzi anche fuori città».


(Angelo Carotenuto – Repubblica Napoli 29 gennaio 2008)

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