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mercoledì, Maggio 29, 2024
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Assolto l’avvocato Mazziotti. E ora spera anche il maresciallo Curcio

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Assolto, dall’accusa di falso (art. 479 c.p.), con il salomonico verdetto: “Perché il fatto non sussiste”, l’avvocato napoletano alberto Mazziotti – difeso dal collega Carlo Ercolino – rimasto coinvolto nell’indagine denominata “Ultimo Atto Carosello”, condotta dal pubblico ministero Maria Cristina Ribera. L’assoluzione, è stata decretata nel corso del primo pomeriggio di ieri dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli Pasqualina Laviano, che ha ritenuto condividere le argomentazioni edotte dal collegio difensivo, che da sempre, fin dall’avvio dell’inchiesta, ha puntato sull’assoluzione dell’indagato prima sull’assoluzione dell’indagato prima di giungere ad dibattimento. Il verdetto di proscioglimento (che riguarda solo reato di falso –ndr), così com’è, spiana la strada anche per il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Curcio (già comandante della stazione dei carabinieri di Acerra) e per l’appuntato dei carabinieri Vincenzo Addonisio, coimputati per lo stesso reato con il valente ed apprezzato avvocato napoletano, che a distanza di mesi è stato indagato nella delicata inchiesta giudiziaria, partita da Venezia e approdata a Napoli, dopo essere transitata nel Lazio. Tornando al verdetto di assoluzione, era forte la gioia e la soddisfazione che portavano in volto sia l’avvocato Mazziotti che il suo legale (nonché amico fraterno) Carlo Ercolino, che l’ha difeso a denti stretti, dimostrando dinanzi al Gup, la totale estranietà ai fatti contestati del suo assistito. In pratica, così come è stato poi ricostruito, si contestava agli indagati, (Mazziotti – Curcio – Addonisio – Giovanni Pellini e Cuomo Pellini), di aver falsificato, (in associazione tra loro) un verbale di interrogatorio, che comunque ed in ogni modo, non poteva essere ritenuto falso, poiché i sottoscrittori dello stesso, non hanno giammai disconosciuto le proprie firme ne tantomeno il contenuto dello stesso (raccolto in tredici pagine), che è di chiaro sapore tecnico. L’avvocato Carlo Ercolino, per raggiungere l’obiettivo di scagionare il suo assistito, si è avvalso della facoltà delle “indagini difensive”. Quasi certamente, il pubblicoministero (Maria Cristina Ribera), proporrà appello dalla sentenza Gup. Un atto dovuto, che comunque ed in ogni modo, lascia sereno il noto legale napoletano, La stessaserenità, contagia per riflesso i cimputati Giuseppe Curcio e Vincenzo Addonisio, i quali, solo dopo che la sentenza sarà passata ingiudicato, potranno far estendere a loro, il giudizio già reso nei confronti di un coimputato per lo styesso reato. Nel frattempo comunque, il processo madre /ultimo atto – Carosello), che vede sul banco degli imputati oltre una dozzina di imputati. In ogni modo, la sentenza di primo grado (tenuto conto dei testi chiamati a deporre), è prevista da circa un anno.

Nino Pannella
Il Roma il 14/02/08

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