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Caterina 70 anni, ha avuto 15 figli e ne ha venduti 14

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Ha partorito quindici volte ma ha deciso di «regalare» (in cambio di somme in denaro) 14 dei suoi figli a estranei. Per Caterina Annarumma, 70 anni, è giunto il momento della verità. I suoi figli si stanno presentando uno ad uno alla misera baracca ad Angri, dove la donna vive con il marito Nicola Stanzione. Ed uno ad uno si stanno allontanando da lei. Nessuno riesce ad accettare la verità. Una verità che ha portato a disperdere 14 fratelli tra Napoli, Giugliano, Portici, Gragnano, Sant’Antonio Abate. Ma anche, nel salernitano e nel casertano, a Roma, a Pistoia e in Sicilia. A non sapere l’uno dell’altro. Fino alla scoperta più agghiacciante, quella fatta dai carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore, ai quali Marina D’Esposito, una delle figlie «cedute», ha chiesto aiuto per rintracciare la sua famiglia: Caterina ha partorito anche due gemelli, poi cresciuti da due famiglie diverse, a Napoli e Nocera Superiore. Marina non ha voluto accettare questa realtà rilasciando un’intervista al settimanale «Visto». Una storia di povertà. Una storia sulla quale i carabinieri intendono ora vederci chiaro anche se il reato di vendita di minori e alterazione dello stato civile, qualora dovesse configurarsi, sarebbe ormai in prescrizione. Ma anche una storia d’amore: quella per un uomo sposato al quale è rimasta legata, in totale clandestinità, per quasi vent’anni prima di poter vivere con lui alla luce del sole. «Avevo 17 anni quando ho partorito la prima volta – racconta – era una femminuccia. Ora vive a Pistoia. Io non ero sposata. Ero l’amante di Nicola. Lui era sposato e mi disse: fai quello che vuoi, io ho già una famiglia non riconoscerò mai questa figlia. Cosa dovevo fare? Dovevo ammazzare la bambina? Così la levatrice che mi aiutò a partorire mi disse che c’era una famiglia interessata a prenderla con sé. Pensai che forse era soluzione migliore. Ho fatto tutto da sola. Poi sono arrivati gli altri figli, ce li ha mandati Dio. Le famiglie ci facevano un piccolo ”regalo” quando venivano a prendere i piccini. Soldi che servivano a pagare i debiti. L’unica che faceva affari era la levatrice… Ora è morta. Per una bambina ci hanno dato anche 500mila lire». Gli occhi le diventano lucidi. «La prima volta ho sofferto molto – dice – poi ho pensato che avrebbero avuto una vita migliore. Quando venivano a prenderli mi dicevano: ve li portiamo a vedere, così li vedete crescere. Ma non è mai tornato nessuno…». Caterina aveva anche un quaderno dove annotava i loro nomi, le date di nascita, il giorno in cui lasciavano la loro casa. «Un giorno per rabbia ho distrutto tutto», ricorda.


PETRONILLA CARILLO
Il Mattino il 05/04/08



Marina: ho provato grande rabbia ora voglio riunire tutti i miei fratelli

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«Il mio unico desiderio ora è di trovare i miei due fratelli che mancano all’appello». Così Marina D’Esposito, la psicologa di 35 anni che ha rivelato la vicenda. Ora è partita quella che lei ha ribattezzato la «ricerca della felicità». Cosa l’ha spinta a voler conoscere i suoi genitori biologici? «A 22 anni, mi sono confidata con un amico. È stato lui a far nascere in me la voglia di conoscere i miei genitori biologici. Prima non ci avevo mai pensato realmente». Poi cosa è accaduto? «Mi sono recata ad Angri dove vivono i miei genitori e lì oltre a conoscerli ho scoperto un segreto ancora più grande: i miei genitori biologici invece oltre a me avevano altri 14 figli, tutti miei fratelli». Come ha reagito? «Inizialmente ho provato una forte rabbia verso i miei genitori biologici. Dopo aver conosciuto il mio fratello maggiore, l’unico che viveva ancora ad Angri, ho deciso di tagliare i ponti di nuovo con la famiglia di nascita». Ma la storia non era ancora chiusa? «No. L’8 agosto 2006 ho ricevuto una telefonata da una delle mie sorelle naturali. Inizialmente ero restia a conoscerla. Poi mi sono convinta e con lei ho deciso di cercare gli altri 12 fratelli e, nel giro di un anno e mezzo, ci siamo quasi riuscite. Ne mancano due: e fin quando non li troverò la mia ricerca delle felicità andrà avanti».

FABIO DE SILVA
Il Mattino il 05/04/08

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