Li chiama gli “scheletri d’oro” Walter Ganapini, l’assessore regionale all’Ambiente, presentando l’ossatura del nuovo piano rifiuti, in parziale deroga alla legge regionale 4/2007: sono i 7 impianti di Cdr (combustibile da rifiuti), “finora malgestiti”, per ammissione dello stesso assessore: “chi gestiva la struttura — spiega Ganapini – voleva avere più sostanza da bruciare”.
Una gestione che, secondo l’assessore, è all’origine delle difficoltà di trasporto delle ecoballe, di operazioni di separazione del materiale con “vagli” di dimensioni non appropriate, “che ha portato la sostanza organica, in origine buon compost — aggiunge Ganapini -, a fermentare ed a precipitare in percolato”. Un errore tecnico, già certificato da relazioni in possesso di altri commissari, precedenti a Gianni De Gennaro.
Per il presidente della Giunta regionale Antonio Bassolino è una corsa contro il tempo: sabato 10
maggio, infatti, scade la gestione coimmissariale del ciclo rifiuti: il governatore punta ad un uso diverso dei sette impianti, al completamento del termovalorizzatore di Acerra ed all’avvio di quello di Salerno, mentre per Santa Maria La Fossa “farne un gassificatore – dice il governatore in conferenza stampa, ieri in Sala Giunta – potrebbe essere una soluzione”.
Il piano rifiuti si fonda sulla legge approvata dal Consiglio Regionale e recentemente modificata e che entrerà in vigore alla fine del mese, prima della scadenza del commissariato. Un piano sul quale il governatore si dice disponibile a confrontarsi col nuovo governo pur rivendicando che spetta in primo luogo alla Regione “delineare il percorso”.
“Siamo pronti a dare il massimo della nostra collaborazione a Palazzo Chigi, nel rispetto delle proprie competenze”, assicura Bassolino. Il Piano punta su una riduzione a monte dei rifiuti: un percorso in parte già cominciato in 150 Comuni che hanno superato il 35 per cento di raccolta differenziata.
Il progetto di Ganapini mira al 20 per cento didifferenziata in una serie di città grandi e medie. Poi, le strutture di compostaggio, “con molti Comuni – assicura Bassolino – disponibili ad ospitare strutture moderne e costruite in modo da tutelare la salute dei cittadini”. Altri impianti sono destinati al trattamento della frazione organica e alla “digestione anaerobica”, processo alternativo al compostaggio destinato alla produzione di biogas da parte di microrganismi.
NAPOLI
• Caivano – Cdr
• Giugliano – Cdr
• Tufino – Cdr
• Marano – digestione anaerobica
• Colline Camaldoli – impianto di compostaggio
• Striano – digestione anaerobica
• Casandrino – impianto trattamento organico
• Ottaviano – impianto trattamento organico
• Grumo Nevano – impianto di digestione anaerobica
• Marigliano – impianto di digestione anaerobica
• Casamarciano – impianto di digestione anaerobica
• Villaricca – Giugliano – Qualiano – impianto di trattamento organico
• Pozzuoli – impianto di trattamento organico
• Torre Annunziata – impianto di trattamento organico
• Sant’Antimo – impianto di digestione anaerobica
• San Giuseppe Vesuviano – impianto di compost verde
Francesco Bellofatto
Il Denato.it