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Gara di virilità in aula scende in campo il Consiglio d’istituto

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Giorno di pausa nelle indagini sulla gara di virilità di sei alunni della scuola media Giovanni XXIII di Sant’Antimo, denunciati con una loro docente per concorso in atti osceni in luogo pubblico. Il ponte della festa dalla Liberazione, ha concesso tre giorni di pausa a tutta la comunità scolastica, finita nell’occhio del ciclone, da quando una mamma ha telefonato in commissariato e mantenendo l’anonimato ha denunciato l’episodio, confermato dal dirigente scolastico, che ha fatto scattare le denunce. Giovedì pomeriggio, dopo le lezioni si è svolto il collegio dei docenti convocato ad horas dal dirigente scolastico Andrea Cuozzo che ha illustrato tutti i risvolti della vicenda. Poi il preside si è allontanato per dare modo ai docenti di parlare in massima libertà. I professori, hanno espresso ancora una volta la massima solidarietà alla collega denunciata e sottolineato come quella che viene definita una «bravata» anche molto grave ha finito per offuscare la serietà e la professionalità degli operatori scolastici che con impegno e attività a tutto campo hanno portato la scuola Giovanni XXIII a sfiorare i novecento alunni. Dopo il collegio dei docenti, il preside ha riunito anche il consiglio d’istituto, e anche quest’organo collegiale, dove è massiccia la presenza dei genitori, si è registrata la massima disponibilità da parte di tutti i componenti ad attuare strategie capaci di evitare episodi analoghi e anche pericolose imitazioni. Sul fronte delle indagini, non si sono registrati altri colpi di scena. Gli agenti del commissariato di Frattamaggiore, diretto dal vice questore Angelo Lammana, sono ora in attesa delle deleghe del magistrato del Tribunale dei Minori, che si occuperà del prosieguo delle indagini. Al vaglio degli investigatori, gli altri episodi che la mamma «anonima» ha denunciato nel corso della lunga telefonata. E mentre per i ragazzini finiti nel mirino della polizia, qualunque cosa dovesse accadere non saranno penalmente perseguibili, a rischiare di più è la docente che si trovata in quella classe della sede succursale di via Piave, al momento della «gara». «La mia assistita – dice l’avvocato Francesco Brunelli – è completamente estranea alla vicenda. Gli stessi alunni hanno dichiarato al preside di aver organizzato le cose in modo da non essere scoperti».

MARCO DI CATERINO
Il Mattino il 26/04/08

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