In piena emergenza rifiuti e davanti agli enormi danni causati al turismo ed all’intera economia nazionale è il caso di prendere in seria considerazione un rivoluzionario tipo di impianto di smaltimento di rifiuti solidi urbani, come segnalato dal mensile Le Scienze. Senza necessita di raccolta differenziata, adattissimo al nostro territorio. Si trova in Israele a poca distanza da Tel Aviv il megaimpianto che riceve ogni giorno da 800 camion ben 2700 tonnellate di rifiuti indifferenziati (sufficiente a garantire lo smaltimento della produzione di Napoli e provincia) e, provvedendo alla separazione dei materiali che li compongono, ricicla e valorizza tutto – plastica, vetro, legno, metalli, umido – ottenendo inoltre fertilizzanti, metano, biogas, energia elettrica. Grazie allo spirito di iniziativa e al ricorso all’innovazione e alla tecnologia più avanzata, gli israeliani sono insomma riusciti a trasformare i rifiuti indifferenziati in una autentica fonte di ricchezza. Tutto nasceva nel 1998 per smaltire una vera e propria montagna di immondizia che copriva un’area di ben 450 mila metri quadrati di 60 metri d’altezza ad Hiriya. é stato così elaborato un piano per trattare detti rifiuti e riciclare il materiale estratto di un certo interesse. Gli israeliani hanno così allestito ai piedi della montagna di spazzatura tutta una serie di impianti per lavorarla. Pensiamo al sito di Taverna del Re a Giugliano dove giacciono un milione e mezzo di tonnellate di eco balle, poco “eco” e molto indifferenziate. Nell’impianto di trattamento biologico principale del sito in esame, gestito dall’azienda pubblica Environmental Service Company (Esc) il ciclo rivoluzionario funziona così.
1) La spazzatura viene scaricata in una gigantesca vasca colma di acqua dove i materiali leggeri che galleggiano, come la plastica, la carta e il cartone, le bottiglie di vetro o le lampadine, vengono separati da quelli pesanti, come i metalli, che si depositano sul fondo, e sono recuperati per essere riciclati.
2) Dopo aver eliminato le sostanze inorganiche restano nell’acqua i rifiuti organici. Tutto, a questo punto, passa in una serie di altre vasche, dove appositi filtri provvedono a separare il materiale biologico dall’acqua.
3) Il primo viene utilizzato come fertilizzante, mentre l’acqua, ormai depurata; in parte riconfluisce nella prima vasca per dare il via a un nuovo ciclo di lavorazione e in parte viene destinata all’irrigazione dei terreni.
4. C’è poi un impianto di gassificazione, costituito essenzialmente da un silos dove l’immondizia viene portata a 800 gradi producendo syngas che in parte è utilizzato per alimentare il sistema e, per il resto, è destinato a produrre corrente elettrica.
Oggi Hiriya tratta , come detto, 2700 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno, che ne fanno una delle più grandi stazioni di transito al mondo, oltre che il più vasto e avanzato centro ambientale di Israele. Si ricavano acqua, compost e metano, usato per produrre elettricità con una turbina da 1,5 megawatt. L’impianto può smaltire 200 tonnellate al gior-no, al pari di quello che riceve e separa i materiali da costruzione. Poi c’è un impianto pilota di gassificazione, che produce syngas a ciclo chiuso, e un’unità di separazione da 500 tonnellate al giorno. Ed è in fase di pianificazione una struttura per il trattamento di pneumatici. Ultimi arrivati, l’impianto per le aree umide – cinque vasche in cui affondano le radici diverse specie di fiori, con il compito di purificare i rifiuti – e l’impianto di trattamento per le acque reflue del processo di smaltimento. Infine, con 63 pozzi sparsi per tutta l’area viene raccolto il biogas prodotto dai materiali interrati, producendo 4 megawatt di potenza che vanno ad alimentare un’azienda tessile a qualche chilometro di distanza. Gli israeliani, insomma, sono riusciti a trasformare una montagna di rifiuti indifferenziati in una grande risorsa che tra qualche anno si trasformerà nel più grande parco pubblico del Paese. Tutto questo grazie ad un progetto dell’azienda municipalizzata di smaltimento rifiuti , la ESC che con 100 dipendenti gestisce e conduce questo gioiello tecnologico.Visto che già canadesi ed australiani stanno realizzando impianti dotati di questa rivoluzionaria tecnologia, potremmo valutare questa opzione come soluzione ottimale per la nostra regione così come per le altre aree del paese ( Lazio in testa ) che stanno per scoppiare per la mancanza di aree ed impianti di smaltimento. Soluzione che non richiede la raccolta differenziata, non inquina perchè basata sui flussi idrici e assolutamente più economica di ogni altra disponibile, oltre ad essere di più semplice collocazione territoriale. Impianto da realizzare ex novo sfruttando le opportunità della finanza di progetto che potrà garantire trasparenza ed efficienza economico-finanziaria.
Domenico Posca
Il Denaro.it