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domenica, Giugno 23, 2024
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IL TAR RESPINGE IL RICORSO, GIUGLIANO ALLE URNE

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GIUGLIANO – Il Tar respinge il ricorso, si va alle urne. La notizia è trapelata nella prima mattinata di ieri: da Napoli a Giugliano è rimbalzata con la forza di un boato.
La prima sezione del Tribunale amministrativo della Campania ha messo la parola fine al lungo strascico di vicende sul possibile reintegro del sindaco Antonio Castaldo (Fi) e del Consiglio Comunale. Il Tar ha valutato “inaccettabile” l’istanza perché presentata oltre i sessanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dello scioglimento del civico consesso. La sentenza era attesa da giorni: le palpitazioni si erano fatte frenetiche dopo le udienze e i rinvii degli ultimi giorni. “Una sentenza ingiusta” commenta l’ex sindaco. “Finalmente è stata chiusa una delle pagine più nere per la nostra città” dicono gli avversari dal centrosinistra. E mentre si commentano le ultime notizie, i partiti vecchi e i movimenti nuovi sono già al lavoro per la prossima tornata elettorale. Occhi puntati al 25 maggio, quando gli abitanti della terza città più grande della Campania saranno chiamati a decidere i nuovi rappresentati in Municipio.

LA VICENDA – Il Consiglio Comunale di Giugliano fu sciolto la scorsa estate. Il rintocco “funebre” suonò alle 13 del 27 giugno. Una mesta campana soprattutto per i partiti tradizionali incapaci di trovare una soluzione alla crisi infarcita di problemi ambientali e personali. Il 20 giugno, il sindaco aveva mandato a casa tre assessori su sei. A dimettersi – una settimina dopo – furono 27 consiglieri su 30. Sullo sfondo la vicenda delle discariche e del cdr, più in generale la gestione dell’intera politica ecologica della maggioranza ed i contrasti con il vicesindaco Pietro Ciccarelli (An), poi rimpiazzato da Giulio Di Napoli. Nella motivazione presentata dai dimissionari si faceva esplicito riferimento “all’assoluta inerzia del sindaco nell’attuare i punti più qualificanti del programma elettorale”. Inevitabile lo scioglimento ad appena 13 mesi dal voto, che aveva visto la vittoria schiacciante del centrodestra dopo otto anni di amministrazione dell’Ulivo, retto dal sindaco Giacomo Germini (Ds).

IL TAR – A presentare il ricorso al Tribunale amministrativo Regionale era stato Luigi Russo (Ccd-Cdu). Il motivo: la mancata autenticazione delle firme dei dimissionari nell’ufficio del Protocollo comunale al momento della presentazione della sfiducia. Una sottigliezza burocratica che a gennaio scorso è valsa la reintegrazione delle amministrazioni di Acerra e Nola. Diversamente per Giugliano, l’istanza è stata inoltrata oltre i tempi consentiti. E’ questo il cavillo sul quale hanno puntato i legali del centrosinistra. “Castaldo & Co. sembrano essere gli ultimi giapponesi – ha ironizzato in Tribunale l’avv. Riccardo Marone nominato dalla controparte – si sono accorti solo dopo sei mesi di non essere più alla guida della città”.
Tuttavia, nelle ultime ore si era sparsa la notizia di un possibile reintegro dell’ex primo cittadino. Insistenti le voci che davano per certo un parere positivo del Tar sul ricorso presentato da Russo. Tanto che alcuni periodici locali avevano già azzardato l’esito della vicenda.

IL CONSIGLIO DI STATO – Accantonato il Tar, l’ex sindaco può ora sperare nel Consiglio di Stato. Castaldo ha infatti annunciato di voler fare appello direttamente a Ciampi. “E’ un atto dovuto verso i miei cittadini e verso l’elettorato che mi ha dato fiducia” spiega. La petizione si aggiungerebbe a quella già inoltrata lo scorso dicembre proprio al Capo dello Stato e di cui non è stato ancora data la sentenza. Nei giorni scorsi, tra l’altro, la Prefettura – sollecitata dal Ministero degli Interni – aveva inviato un telegramma in Municipio: in sostanza, si invitava Castaldo a notificare il ricorso a tutti i consiglieri comunali, e non solo ad uno (Vincenzo Pirozzi di Forza Italia). L’ex sindaco ha tempo fino al 12 aprile; dopodiché il Consiglio di Stato esaminerà la vicenda prima di emettere un parere. I tempi sono tuttavia brevi: è difficile che la sentenza arrivi entro la proclamazione del nuovo sindaco.

IL FUTURO – A dieci mesi dallo scioglimento del Comune, Giugliano guarda avanti. In città già impazza il clima elettorale: destra e sinistra sanno bene che non c’è tempo da perdere. Meno di un mese manca dalla presentazione delle liste, appena due dall’appuntamento con le urne. Il duello elettorale fra Polo e Ulivo già si annuncia su ogni voto e sulla valutazione finale peserà l’esito di un pugno di confronti che vedono sfidarsi grandi famiglie, vecchi lupi e nuove leve della politica. Il centrodestra è in cerca riscatto, il centrosinistra è già in rimonta. Poco spazio sarà lasciato ai transfughi e ai voltagabbana: è la legge non scritta che serpeggia in ambo gli schieramenti. Niente azzardi, nessuno ha voglia di rischiare. Si sfideranno i due blocchi: destra da un lato, sinistra dall’altro. Si conferma, insomma, un sistema elettorale già stabilito. Che poco concede alle avventure solitarie.





CASTALDO: SENTENZA INGIUSTA



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GIUGLIANO (U. Fer.) – “E’ una sentenza ingiusta”. E’ amareggiato l’ex sindaco di Giugliano, Antonio Castaldo. “La nostra era la tesi più valida” sostiene. “Il Tribunale – spiega – non ha tenuto conto del fatto che la notifica dello scioglimento del Consiglio sia stata data non al consigliere Russo (che ha presentato personalmente il ricorso al Tar, ndr) ma ad una sua parente. E’ un fatto assurdo. Di conseguenza, i tempi validi per la presentazione del ricorso sarebbero dovuti essere più lunghi”. L’ex primo cittadino di Giugliano commenta così la sentenza sulla validità dello scioglimento del Consiglio Comunale. Lo fa con tono sobrio, senza lasciarsi trascinare dall’emozione. “Mi dispiace solo non essere riuscito a dare alla mia città il massimo. Mi ero prefissato obiettivi importanti. Le circostanze e le avversità politiche me lo hanno impedito: in appena un anno di amministrazione non sono riuscito a dimostrare le mie capacità amministrative, e di questo me ne dolgo molto”.
Castaldo spiega che “se il Tribunale avesse accolto il ricorso, ci sarebbero stati i presupposti per ricostruire la maggioranza di centrodestra. Lo scorso giugno – dice – abbiamo sbagliato un po’ tutti all’interno del Polo: troppe tensioni, animi accesi, decisioni frettolose dettatate dall’impazienza”. L’ex sindaco ha anche annunciato un ricorso in appello. “Bisogna andare fino in fondo, c’è ancora qualche speranza”. Lo dice con accento fermo, ma è chiaro che neanche lui ci crede.
Castaldo – mandato a casa ad un anno dalla sua vittoria politica dopo otto anni di amministrazione del centrosinistra di Gerlini – oggi sembra aver capito la lezione: con il nemico non si scherza, e lui il nemico sa di averlo avuto all’opposizione ma pure fra le mura domestiche. Più del centrosinistra, usciti ammaccati dalle ultime prove politiche come poche altre volte, sono stati quelli del suo gruppo (An in primis) a provocare ombre. Perché lui è uno che ha saputo suscitare ammirazione, con quel suo modo sereno di amministrare la terza città più grande della Campania, ma non si è certo fatto molti alleati. Lui è andato avanti per la sua strada: le accuse le ha sempre rispedite al mittente. Ad ogni modo: un personaggio che non piaceva. Furbo, anzitutto. Sottile, anche fisicamente, oltre che ascetico; coraggioso e signorile, ma anche virulento; prevedibile e al tempo stesso così sorprendente. “Volevo imprimere una svolta in questa città – dice – ma non mi è stato possibile. Il futuro? Non penso di ripropormi per le prossime elezioni. L’esperienza politica mi ha penalizzato molto, sia sul piano professionale che umano. A Giugliano ci sono molte espressioni della società civile che sapranno ben rappresentare tutti”. L’ex sindaco invita poi la Casa delle Libertà “a ricompattarsi per tornare a vincere”.
Come tutti gli esponenti di Forza Italia che si rispettino, Antonio Castaldo è maturato in grembo alla Dc, poi dalle fila di Alleanza Nazionale ha fondato la lista civica “Nuovi Orizzonti”. Nel 2000 è saltato sul carrozzone di Berlusconi. E ha stravinto.
Lui, l’uomo che ha scatenato la guerra di tutti contro tutti (bellum omnium contra omnes, avrebbe detto Hobbes), ora rimargina le ferite. Aveva scritto a Ciampi, qualche mese fa. “Non siamo un paese di camorristi” , scriveva replicando alle ennesime accuse. “Ho un sogno – confessava Castaldo al Presidente – , che lei venga a Giugliano per mostrarci con la sua presenza che lo Stato, la Patria, l’Europa sono sì valori ma sono anche degli uomini”. Adesso, di certo, quel particolare tipo di sogno che si invera continuerà ad esistere. Ma non nel Palazzo.




IL CENTRODESTRA GUARDA AL FUTURO



GIUGLIANO (u. fer. ) – “Scorretta e ingiusta”. Non usa mezzi termini l’ex capogruppo di Forza Italia al Consiglio di Giugliano, Luigi Guarino, per definire la sentenza del Tar. “Accettiamo la decisione del Tribunale – dice – ma non ne condividiamo affatto le motivazioni: c’erano tutti i presupposti per reintegrare il sindaco e l’intero Consiglio”. Guarino, uno dei tre consiglieri non dimissionari, spiega che “Castaldo non stava brillando quando fu presentata la sfiducia” ma che “le decisioni di alcuni esponenti del Polo sono state troppo frettolose: davanti c’erano ancora tre anni per giudicare l’operato del sindaco”. Dello stesso parere anche Umberto Sequino dell’Udc, che aggiunge: “Il più grande rammarico è quello di aver sciupato una vittoria così importante per il centrodestra”.

LE ELEZIONI –
Fervono intanto i preparativi per le elezioni. All’interno della Casa delle Libertà, i falchi ripiegano le ali e per il momento smorzano i toni. E questo è forse l’indizio più vistoso del clima politico meno aspro, a poche ore dalla sentenza del Tar che ha deciso sul futuro politico di Giugliano. Pochi i dubbi sul programma: la partita si giocherà tutta su ambiente e rifiuti. Priorità assoluta per la bonifica delle vecchie discariche (Masseria del Pozzo e Schiavi in primis) e il rafforzamento e la ristrutturazione del mercato ortofrutticolo, una risorsa economica – dicono dal centrodestra – oggi sviluppata solo in minima parte. Il Polo propone inoltre interventi immediati per la “mitigazione del rischio ambientale e per il controllo dei miasmi dal cdr” e lo svuotamento delle piattaforme di stoccaggio.

I CANDIDATI
– Qualche incertezza per le alleanze. Non dovrebbero tuttavia esserci problemi per un’unica coalizione composta da Forza Italia, An, Udc, Fiamma Tricolore e Socialisti. Tra i candidati a sindaco, spuntano i nomi di Umberto Sequino (Udc), Giuseppe Maisto (Fi), Vincenzo Basile (An) e Domenico Leoncino (An). Decisa la posizione del partito di Fini: “Nel caso di nuove elezioni, non ci accontenteremo della poltrona di vicesindaco. Questa volta ci spetta la fascia tricolore”. La candidatura che tuttavia circola con più insistenza in queste ore è quella di Edoardo Pianese, annoverato nelle fila della Nuova Dc. A sostenere l’imprenditore ci sarebbe Giovanni Pianese, più volte sindaco di Giugliano negli anni ’80 e attuale coordinatore regionale dell’Udc. Ma spetterà ai vertici provinciali e regionali del Polo fissare la strategia definitiva.





CENTRSOINISTRA, LA SFIDA DI MAGGIO




GIUGLIANO (u.fer.)– “Mi auguro che il verdetto del Tar chiuda per sempre una delle pagine più buie che questa città abbia vissuto”. Il centrosinistra affida ad Antonio Poziello (Prc) un primo commento sulla sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo della Campania. “Eravamo fiduciosi che il tribunale amministrativo respingesse il ricorso di Castaldo e compagni. Mi chiedo – aggiunge – come abbia pensato di poter tornare alla guida della città dopo essere stato mandato a casa da ben 27 consiglieri e dopo tutte le accuse ed il veleno che Castaldo e gli ex alleati si erano scambiati. Il centrodestra ha dimostrato, con Castaldo, di essere incapace di governare”. Giacomo Gerlini, ex sindaco Ds, dice che l’Ulivo è “già pronto per la tornata elettorale e sta preparando le liste”. L’ex primo cittadino spiega che “è necessario presentarsi uniti e con un candidato sindaco che possa rappresentare l’intera coalizione”. Duplice l’obiettivo della Margherita: “E’ indispensabile – spiega Aniello Iodice – trovare identità di vedute sul modello di città verso cui si vuole mirare e acquistare consensi nel modo in cui si vuole guidare la coalizione”. Il sogno è quello di mettere insieme tutto il centrosinistra: Ds, Margherita, Uder, Rifondazione, Verdi, Italia dei Valori e Repubblicani. Possibilità di riuscita? “Siamo attorno a un tavolo” dicono i segretari dei partiti.

IL PROGRAMMA
– Nel programma della caolizione, diritto di precedenza per i temi legati all’ambiente. Rifondazione Comunista spiega che è “prioritario pretendere il rispetto degli accordi sottoscritti dal Commissariato di Governo, al termine di una lunga battaglia condotta dai militanti di Rifondazione al fianco di associazioni ambientaliste e del Comitato civico Ponte Riccio”. Il riferimento è all’avvio degli interventi di recupero e bonifica ambientale del territorio, ed in particolare dell’area di Ponte Riccio, Tre Ponti, del Lago Patria e del litorale domitio. Particolare attenzione poi alle politiche sociali e giovanili, a quelle dell’occupazione e ai trasporti.

I CANDIDATI – Intanto fioccano i nomi dei candidati a sindaco. Insistenti le voci che vogliono nuovamente in campo Pasquale Parisi (Ds), già candidato a sindaco per l’Ulivo (sconfitto) nel 2001. In pole- position per la fascia tricolore anche Giulio Pezzella (Udeur) e Rocco Granata (Margherita). Per Rifondazione, si fa il nome di Antonio Poziello e Rino Perrino. E in campo potrebbe scendere anche Giacomo Gerlini, già primo cittadino dal 1993 al 2000.

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