Istanza di scarcerazione per questioni di salute. Questa la richiesta avanzata per 4 dei 23 vigili in carcere da martedì mattina. Confermato invece l’obbligo di dimora per l’agente Teresa Migliaccio che rimane ai domiciliari poiché «affetta da patologia». Entro quindici giorni intanto, i vari collegi difensivi presenteranno ricorso al tribunale del Riesame chiamato ad emettere nuovi provvedimenti a carico degli accusati. Ultimata la fase degli interrogatori presso la casa circondariale di Poggioreale, restano in carcere le 39 persone coinvolte nell’operazione «Mattone Selvaggio» e che, secondo la pubblica accusa, sono responsabili di aver intascato tangenti favorendo abusi edilizi concentrati sul litorale giuglianese nel periodo compreso tra il 2004 ed il maggio 2006. Imprenditori, geometri impiegati presso l’ufficio tecnico del comune, funzionari esterni e 23 agenti di polizia municipale che, secondo un pool di magistrati della Dda, avevano messo in piedi un’associazione criminale che faceva affari favorendo società, imprese edili o di calcestruzzo, in alcuni casi direttamente riconducibili ai clan della zona. L’aggravante dell’articolo 7, è stata contestata a nove degli indagati, per due dei quali, Mario D’Onofrio e Tommaso Raimondo il gip Giuseppe Ciampa ha ritenuto insussistente la gravità indiziaria. Intanto, i collegi difensivi che si sono costituiti all’indomani della bufera giudiziaria, continuano in queste ore a visione le 1600 pagine d’ordinanza, per smontare l’ipotesi accusatoria. Ad assumere una posizione critica rispetto alla severità dei provvedimenti adottati dalla Procura, è l’avvocato Nello Palumbo, nominato difensore di due vigili. «Le misure adottate sono eccessivamente restrittive – afferma l’avvocato – specie se si considera che l’indagine riguarda un periodo lontano e soprattutto, che gran parte delle persone finite in carcere sono pubblici ufficiali. Inoltre – aggiunge il legale – ritengo che la magistratura abbia disegnato un quadro accusatorio troppo generico, dal quale sarà difficile far emergere le singole responsabilità». Ma mentre l’indagine va avanti, il comune di Giugliano, assieme al comando vigili di corso Campano, prova a gestire la grave carenza di personale che si è venuta a creare. Ieri mattina sono entrati in vigore i provvedimenti adottati dal sindaco all’indomani degli arresti e la pianta organica del comando ha subito un riassetto interno. «Gli indagati a piede libero sono stati spostati d’ufficio e assegnati ad altre mansioni – spiega il sindaco Giovanni Pianese – intanto – assicura il primo cittadino – Stiamo lavorando anche ad un innesto nel corpo dei vigili per fronteggiarne nel più breve tempo possibile il problema». «Antiabusivismo, monitoraggio e prevenzione, viabilità, presidi notturni delle schede elettorali, restano le principali emergenze a cui continuiamo a lavorare con grande sforzo, ma il comando è in affanno», dice il comandante dei caschi bianchi Michele Pezzullo, che da due giorni è a lavoro insieme al sindaco, per garantire alla città, nonostante tutto, i servizi di controllo e ordine.
MONICA D’AMBROSIO – IL MATTINO 23 MAGGIO 08
Giugliano, i legali chiedono la scarcerazione di quattro dei 23 agenti arrestati. Pronti i ricorsi
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ