Lottizzazione abusiva e falso ideologico. Con queste accuse, si aggrava la posizione di Giuseppe Cerqua, 40 anni, di Giugliano. La sua attività di costruttore prima, di albergatore poi, era finita al centro di una vasta indagine andata avanti per mesi, presso il comando gruppo dei finanzieri di Giugliano. A finire sotto chiave 10mila metri quadri di cemento, distesi lungo via Ripuaria. Un albergo e un complesso residenziale, ma anche strade, reti fognarie e idriche, realizzate abusivamente in un’area a destinazione agricola, secondo il piano regolatore, ma trasformata abusivamente dall’imprenditore, in un agglomerato di cemento selvaggio. Le indagini, guidate dal maggiore Geremia Guercia e dal capitano Michele Ciarla, avevano portato alla luce, nei primi mesi del 2008, un intero albergo realizzato dal costruttore senza alcuna concessione, nè edilizia, nè amministrativa. I sigilli scattavano per l’hotel Il Borgo, 31 camere, bar e ristorante. Cerqua fu denunciato per abusivismo edilizio. Passò qualche settimana, ed i finanzieri tornarono in via Ripuaria, questa volta per sequestrare il complesso residenziale «Vip», 29 miniappartamenti realizzati, secondo gli inquirenti, senza concessioni edilizie. Subito dopo però, l’imprenditore contestò l’accusa dimostrando di aver regolarmente presentato istanza di sanatoria. Il complesso fu dissequestrato. Passano quattro mesi, i finanzieri stringono il cerchio dell’indagine. Rilievi aerei e fotogrammetrie, dimostrano che Cerqua aveva falsificato le istanze di condono: quel complesso era stato realizzato in data successiva al 2003, e quindi, il complesso non ricadeva nella sanatoria. Per Cerqua scatta l’accusa più grave: lottizzazione abusiva e falsità ideologica per le trenta pratiche di condono falsificate. L’uomo è stato denunciato e l’intera area è stata nuovamente sottoposta a sequestro. I venti appartamenti saranno sgomberati, il rischio è che vengano confiscati. In attesa di chiudere il fascicolo, gli inquirenti non escludono che l’imprenditore, possa essere coinvolto nell’inchiesta che solo dieci giorni fa, vide finire in carcere 23 vigili urbani, 3 impiegati comunali dell’ufficio tecnico, e 13 imprenditori, accusati di aver messo in piedi un’associazione criminale che favoriva abusi edilizi lungo il litorale giuglianese. Inchiesta nell’ambito della quale, proprio ieri per due degli indagati, l’imprenditore Antonio Di Napoli, ed il capitano dei vigili Gaeteno Arcieri, è stata commutata la pena. Nel primo caso, l’imprenditore ha dimostrato la propria estraneità alle accuse e scarcerato, resta indagato a piede libero. Nel secondo caso invece, ragioni di salute hanno convinto il Riesame a ridimensionare il provvedimento per l’ufficiale che dal carcere, è stato riaccompagnato presso la propria abitazione con l’obbligo di dimorarvi.
MONICA D’AMBROSIO – IL MATTINO 31/05/2008
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