Si tratta di rapinatori di professione e con ogni probabilità non della zona. Il colpo alla gioielleria Pennacchio di corso Campano era stato preparato nel dettaglio e i tre criminali, con l’aiuto di qualche complice, si erano anche protetti la via di fuga riempiendo di cemento il tombino davanti al negozio. Un modo efficace per impedire l’accesso alle fogne dal posto più vicino e scappare senza troppi affanni. Proseguono a ritmo serrato le indagini degli agenti di polizia del commissariato di Giugliano, diretti dal vicequestore Pasquale Di Lorenzo. Sono fiduciosi nell’esito delle indagini della scientifica su elementi ritenuti molto utili alle indagini. Per verificare se possano essere determinanti per risalire agli autori della rapina, si dovrà attendere la relazione ufficiale, pronta tra qualche giorno. Nel frattempo non si tralascia nessun dettaglio. Si cerca anche negli ambienti di Secondigliano da dove arriva il maggior numero di rapinatori arrestati nelle scorse settimane a Giugliano. Il coordinamento locale tra polizia e carabinieri ha sgominato la maggior parte delle bande presenti sul territorio. Un fenomeno che però produce un ricambio territoriale attraendo i criminali in arrivo da Napoli, dove si concentrano maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. Intanto il gioielliere, Aniello Pennacchio, 56 anni, che si era lanciato dal finestrone del negozio per sfuggire ai tre rapinatori armati, ieri è stato dimesso dall’ospedale San Giuliano dopo aver subito un piccolo intervento chirurgico al ginocchio sinistro. Una degenza a casa breve, presto ne dovrà subire un secondo. «Papà sta reagendo bene – dice la figlia Rita – è un uomo combattivo nonostante le difficoltà che incontra chi lavora a Giugliano». In attesa che possa fare un inventario preciso, dall’unica cassaforte svuotata sono spariti gioielli per oltre 50 mila euro. Alcuni monili sono stati ritrovati nelle fogne. La famiglia Pennacchio ha alle spalle una lunga tradizione di orafi e, purtroppo, di furti e rapine. Due anni fa il fratello di Aniello, Domenico, titolare di un negozio a trenta metri, sventò un colpo dalle fogne per essersi accorto di una piastrella fuori posto. C’è il rischio che le prossime generazioni interrompano un’attività in piedi dal 1809. «A Giugliano non lavoriamo tranquilli – dice Cira, moglie di Domenico – nostra figlia fa la disegnatrice di gioielli, ma lavora all’estero».
TONIA LIMATOLA
Il Mattino il 01/06/08