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Scandalo abusi, cinque in libertà

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Con la liberazione di Domenico Daniele sono adesso cinque
le persone messe in libertà dal Tribunale del Riesame, che ha vagliato
ad una ad una la posizione di tutti i 39 arrestati nell’inchiesta
che si è abbattuta come un tornado sul corpo dei vigili urbani di Giugliano.
Poliziotti municipali, imprenditori e dipendenti comunali sono stati accusati
di intascare tangenti per favorire alcuni imprenditori edili nella
costruzione di opere abusive. L’inchiesta della Procura della Repubblica
ha coinvolto 23 vigili urbani ed ha portato allo scoperto un “sistema
di corruzione diffusa”, che ha fatto molto scalpore.
Dunque i giudici della decima sezione penale del tribunale del Riesame
di Napoli oltre a Domenico Daniele, tecnico di fiducia degli imprenditori
arrestati lo scorso 20 maggio, aveva già messo in libertà anche
gli agenti municipali Luigi Cimmino, Vincenzo Quaranta, Giacomo
Esposito e il dipendente comunale Francesco Porcaro. Tutti loro sarebbero
stati scarcerati perché i rispettivi legali difensori hanno addotto
prove a sostegno della loro estraneità ai fatti contestati. Restano
indagati perché i loro nomi emergono nell’inchiesta supportata da 1400
pagine di indagini e registrazioni di dialoghi telefonici.
Il regime dei domiciliari, invece, è stato concesso agli agenti della municipale
Pietro Ferrillo, Francesco Iovinella, Fiorenza Dell’Aquila, Teresa
Di Stazio Migliaccio ed al capitano Arcieri. Per le altre 29 persone
coinvolte nell’inchiesta della Procura della Repubblica continua ad essere
vigente il regime carcerario. La loro permanenza in cella potrà durare
da sei a 18 mesi di detenzione per coloro ai quali viene contestato
l’aggravante dell’articolo 7 della legge antimafia, ovvero l’aver favorito
un clan camorristico.
Lo scorso 20 maggio l’ennesima bufera di fango che si è abbattuta sul
corpo di vigili urbani e sul Comune di Giugliano ha portato alla luce
uno scenario di tangenti e mazzette che facevano da sfondo all’incremento
delle costruzioni abusive edificate nella zona costiera grazie al
beneplacito di una rete di persone accusate di associazione per delinquere,
corruzione, concussione, falsità materiale ed ideologica, favoreggiamento
personale, rivelazione di segreti di ufficio, violazioni urbanistiche
di violazione di sigilli. Sono, infatti, questi alcuni dei capi
d’imputazione mossi alle 39 persone arrestate in un blitz che ha interessato
i territori di Giugliano, Qualiano, Quarto e Villaricca.
Al centro delle indagini, che sono state condotte dagli agenti del commissariato
di polizia di Giugliano guidato dal vicequestore Pasquale
De Lorenzo e coordinate dal pm della Procura di Napoli Paolo Itri, vi sarebbero
demolizioni, confische ed edificazioni di costruzioni abusive
che permettevano ai 23 componenti del corpo dei vigili urbani coinvolti,
di “mungere” sostanziose mazzette. Sarebbe riconducibile a questo
disegno l’impennata delle costruzioni abusive nel territorio della fascia
costiera giuglianese. Ma le vicende che sono emerse dalle indagini
dagli agenti del commissariato di Giugliano sul presunto giro di mazzette
tra i vigili urbani per coprire presunti abusi edilizi compiuti prevalentemente
lungo il litorale domizio costituiscono «semplicemente
la punta dell’iceberg di un sistema generalizzato di corruzione» ha avuto
modo di sottolineare in una nota il procuratore della Repubblica di
Napoli, Giovandomenico Lepore. I vigili urbani coinvolti applicavano
un vero e proprio tariffario per chiudere un occhio sugli abusi edilizi: dai
500 ai 2.500 euro, a seconda delle dimensioni dell’edificio realizzato illegalmente.
Tra gli agenti, poi, sarebbe stata realizzata anche una “cassa
comune”. In un caso sarebbero stati chiesti anche favori sessuali ad
una donna in cambio di un intervento riparatore in merito ad un abuso.
È questo lo scenario inquietante nell’ambito del quale è maturata
l’operazione di polizia che ha portato all’arresto di 23 agenti della polizia
municipale di Giuliano, tre dipendenti comunali, 11 imprenditori e
2 tecnici di fiducia. Di tutti loro cinque avrebbero provato la loro estraneità
ai fatti. Per gli altri si seguiranno i gradi di giudizio previsti. Al di
là dei nominativi degli arrestati, tutte le persone coinvolte nell’inchiesta
sono figure molto conosciute del tessuto sociale cittadino.


ANGELA FABOZZI – IL ROMA 11 GIUGNO 08

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