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Paralisi in tangenziale Berlusconi: ora linea dura. Sulle corsie 139 veicoli, tanti quanti saranno i compattatori nella cava

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Lo chiamano soft walking (passeggiata leggera), ma di soft c’era ben poco nell’ingorgo provocato ieri mattina sulla tangenziale dai manifestanti contro la discarica di Chiaiano. E mentre 139 auto (tante quante sono i compattatori che dovranno sversare nel sito) bloccavano il traffico, Berlusconi dall’assemblea della confesercenti ammoniva: «Non si può consentire a una minoranza organizzata di occupare una ferrovia, un’autostrada, un aeroporto. È una violenza contro gli altri viaggiatori, contro i cittadini, contro le istituzioni, contro lo Stato». Erano da poco passate le 10 quando 139 auto coperte da bandiere e manifesti e scortate dalle forze dell’ordine, hanno cominciato a marciare a passo di lumaca sulla tangenziale provocando una coda lunga quattro chilometri. I manifestanti sono entrati dallo svincolo di Arco Felice, hanno percorso una quindicina di chilomeri e poi hanno imboccato lo svincolo dell’Arenella e sono tornati indietro. I comitati del no hanno scelto questo tipo di protesta per evitare i rischi connessi con l’inasprimento delle pene previsto dal decreto Berlusconi. Ma il presidente del consiglio ha ribadito la linea dura annunciata il 21 maggio a Napoli e ha ripetuto: «Noi vogliamo garantire l’autorità dello Stato, così in Campania come ovunque. Se siamo in questa situazione è per la follia demagogica del passato. Ora ho in mano la soluzione e non torneremo verso l’anarchia». A parere del capo del governo «il problema dei rifiuti a Napoli, così come quelli della Tav e del Frejus», vanno risolti usando la forza dello Stato. «Io – ha assicurato il Cavaliere – sono lì a risolvere questa tragedia che vede un paese non saper affrontare uno dei problemi più semplici e credo di avere in mano le soluzioni. Ma mi muovo tra mille difficoltà. Non voglio aprire polemiche ma veramente a volte mi cade il cuore davanti a certi comportamenti irresponsabili». Immediata la replica di Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania: «Caro presidente un umile consiglio: lo Stato deve difendere la legalità, ma usi il pugno duro contro i trafficanti di rifiuti che da anni hanno devastano e continuano a devastare l’intero paese. Bloccare gli ecomafiosi sarebbe una cosa buona e giusta e se vuole essere un presidente di cuore, modifichi il decreto sulle intercettazioni telefoniche. Se non se n’è ancora accorto, con quel decreto sta facendo un regalo all’ecomafia, altro che problema di minoranza, di ferrovie e di autostrada». Gli organizzatori della marcia in tangenziale, dal canto loro, si difendono e spiegano: «Quello utilizzato ieri mattina è un metodo di protesta che in Nord Europa si chiama soft walking e vuole sottolineare che anche con una forma di protesta assolutamente legale si può paralizzare una città se un pezzo dei suoi abitanti comincia a sentirsi calpestato. Ma non solo: noi abbiamo voluto dimostrare fattivamente quali siano i problemi di trasporti dei rifiuti che erano uno dei tanti motivi di non idoneità della cava di Chiaiano, improvvisamente cancellato da Bertolaso». Alla cava, infatti, i 139 camion della nettezza urbana che quotidianamente dovranno sversare, arriveranno attraverso via Santa Maria del Cubito, una strada stretta che collega la città con l’intera zona nord. Secondo i comitati sarà la paralisi. Ma il sottosegretario Bertolaso nei giorni scorsi ha spiegato che verranno utilizzati mezzi di piccole dimensioni.


DANIELA DE CRESCENZO

Il Mattino il 26/06/08

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«Mi sono ispirato al soft walking»

«L’idea è nata in pullman, tornando da Roma dove avevamo incontrato il ministro Prestigiacomo e il sottosegretario Bertolaso. Ci chiedevamo come organizzare manifestazioni di protesta senza violare il decreto del governo. Ci abbiamo ragionato collettivamente ed ecco il risultato: il soft walking». Antonio Musella, 27 anni, operatore sociale, studente in Scienze politiche, uno dei leader dei Comitati in difesa delle cave di Chiaiano e Marano, è più che orgoglioso del risultato della manifestazione. Tutta Italia ha parlato della marcia in tangenziale, a 20 km all’ora, di 139 auto, con la paralisi dell’arteria. Antonio, la manifestazione è riuscita. E con un immediato effetto mediatico. «Era il nostro obiettivo, era quello che ci chiedevano i cittadini di Chiaiano e Marano che mantengono il presidio contro l’apertuta della discarica. Abbiamo ottenuto che si continui a parlare della cava, abbiamo protestato senza che le forze dell’ordine potessero intervenire». Qual è la genesi del soft walking? «È una forma di protesta nata nel Nord Europa e che prende spunto a sua volta dalle azioni di ”reclaim the street”, un collettivo di attivisti che in Inghilterra sostengono l’idea che gli spazi pubblici siano di proprietà collettiva, con giochi e rappresentazioni teatrali in strada». In tangenziale avete portato un numero ben determinato di auto. «Centotrentanove, come il numero minimo di autocompattatori che ogni giorno dovrebbero dirigersi a Chiaiano per sversare rifiuti». Quali sono state le reazioni delle forze dell’ordine? «Non abbiamo avuto eccessivi problemi. All’uscita della tangenziale a Pozzuoli la polizia stradale ha bloccato una decina di auto, chiedendo i documenti. Ma era tutto a posto, noi non abbiamo attuato alcun blocco».


ANTONIO SACCO


Il Mattino il 26/06/08

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