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Melito: auto contro moto uomo perde la vita

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Muore prima ancora che i medici potessero intervenire a prestargli cure. Clemente Brusco, 36 anni di Pozzuoli, nella prima serata di martedì, è alla guida di un’Aprilia Scarabeo quando viene travolto in pieno da una Seat Alambra che sopraggiunge a velocità sostenuta dal senso di marcia opposto. Con lui, a bordo dello scooter, c’è un amico, Antonio Manzo, sulle cui condizioni i medici ancora non sciolgono la prognosi. Alla guida della Seat c’è F.G., 40 anni, originario di Napoli: per l’uomo scatta l’accusa di omicidio colposo. I fatti poco prima delle 18. Brusco, percorre via Circumvallazione in direzione Napoli assieme all’amico, poi, inspiegabilmente, decide di cambiare senso di marcia e lo fa, attraversando in orizzontale la carreggiata. L’impatto con la Seat che intanto arriva a velocità sostenuta, è inevitabile. I due centauri, entrambi senza casco, si schiantano al suolo. Brusco morirà subito dopo l’arrivo all’ospedale San Giovanni Bosco. Manzo resta ricoverato in prognosi riservata. Clemente Brusco è un pluripregiudicato con alle spalle un passato di affiliato al vecchio clan camorristico flegreo. Dalle forze dell’ordine, infatti, Brusco veniva inserito tra le persone che fino agli anni Novanta avevano ingrossato le file del cartello criminale capeggiato dai boss Domenico Sebastiano e Raffaele Bellofiore da un lato, e Gennaro Longobardi e Gaetano Beneduce dall’altro. All’interno del clan, Brusco veniva considerato un elemento di un certo rilievo, attivo in particolare nello spaccio di sostanze stupefacenti. La sua attività all’interno del clan, però, secondo gli inquirenti si ferma in seguito alla sanguinosa frattura consumatasi all’interno del sodalizio criminale allora egemone nei campi flegrei, e avvenuta nel 1997. Il 1° giugno di quell’anno, infatti, alcuni sicari entrarono in azione all’esterno del bar Fiore in via Ovidio al rione Toiano, uccidendo Sebastiano e Bellofiore e spianando così la strada al dominio incontrastato dei Longobardi-Beneduce. Da quel momento, quindi, secondo gli inquirenti Brusco cessa di appartenere al clan.

LUIGI CICCARELLI
MONICA D’AMBROSIO

Il Mattino il 03/07/08

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