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Melito, centrosinistra e centrodestra spaccati sulla scelta dei candidati a sindaco

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Al voto tra divisioni e polemiche



La scelta dei candidati a sindaco di Melito si gioca sui tavoli provinciali. La cittadina, commissariata lo scorso dicembre in seguito alle dimissioni della maggior parte dei consiglieri comunali, si prepara al voto del 25 maggio in un clima di polemiche e veleni. Le manovre politiche sono entrate nel vivo da più di un mese e, cioè, dopo la sentenza del Tar che ha bocciato il ricorso dell’ex sindaco Antonio Amente, ma finora il dibattito cittadino non è riuscito a produrre la tanto agognata univocità di intenti necessaria, per ognuna delle due coalizioni, per affrontare il prossimo scontro elettorale. A sentire i nomi che circolano, però, la partita sembrerebbe giocarsi tutta in casa degli ex Dc.
Intanto la patata bollente della scelta dei candidati a sindaco è passata ai direttivi provinciali. Per il centrodestra si tratta anche di superare l’ostacolo di una dirigenza cittadina non chiaramente identificabile. Per il centrosinistra, invece, si tratta di risolvere il feroce testa a testa tra Ds e Margherita. Insomma sono ore di fibrillazione. Intanto stringono i tempi: le liste vanno presentate la mattina del 26 aprile. Con l’aggiornamento dei dati dell’ultimo censimento Istat, Melito taglia il traguardo dei 34mila residenti e ottiene dieci rappresentanti in più in consiglio comunale. L’assise passa, infatti, da 20 a 30 consiglieri.
Nel centrodestra non si trova accordo sull’ex sindaco. Si fatica a ricucire lo strappo che a fine 2002 ha portato alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, ma una frangia non abbandona comunque l’ipotesi di candidare Amente per tutta la Casa delle Libertà. Posizioni contrastanti, testimoniate da due documenti politici. Con uno si boccia la scelta di un sindaco sfiduciato, con l’altro si apre, anche se non apertamente, anche a questa possibilità. Il primo porta la firma di Salvatore Musella e Francesco Capozzi per l’Udc, di Florindo Buffardi per An e di Domenico Chianese per il Nuovo Psi. Il secondo quella del forzista Gennaro Tricolore, dell’ex Ccd Carmine Cecere e di alcuni rappresentanti della lista civica Melito 2000. In alternativa ad Amente potrebbe esserci un altro ex sindaco Dc, Paolo Guarino. Al braccio di ferro si metterà fine nelle prossime ore a Napoli, senza trascurare l’obiettivo, dicono a Melito, di tenere unito il Polo.
Nel centrosinistra si solleva con forza, invece, la questione dell’alternanza, vista come la premessa per fronteggiare la candidatura di uomini di centro anche nelle fila dell’ex maggioranza. Così dopo la candidatura alle ultime amministrative del diessino Bernardino Tuccillo, sindaco già due volte e pure adesso in corsa, la Margherita punta su un’altra figura istituzionale, cioè quella dell’ex presidente del consiglio comunale, Giampiero Di Gennaro. Ma anche in questo caso l’ultima parola spetta ai direttivi provinciali, dove si valuta anche il nome della verde Marina Mastropasqua, già vicesindaco della giunta Tuccillo. Per il momento sembrerebbe scongiurata l’ipotesi di presentare più di un candidato a sindaco. Per il centrosinistra dovrebbero quindi correre compatti Ds, Margherita, Sdi, Italia dei Valori, Verdi, Rifondazione, Comunisti Italiani, Udeur.




TONIA LIMATOLA – Il Mattino 16 aprile 2003

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