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MINACCE A DON MEROLA

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L’ultimo messaggio di morte della camorra gli è stato recapitato, tramite sms, nella giornata dedicata alla prima festa della legalità a Teggiano, in provincia di Salerno. Destinatario del messaggio don Luigi Merola: invitato dal presidente regionale dei Papaboys Massimo Manzolillo per il ritiro di un premio, ha voluto rendere pubblico il testo proprio nel corso della manifestazione alla quale era presente, tra gli altri, anche il questore di Salerno Vincenzo Roca. «Buonasera, lo sai chi sono. Sono un soldato del clan Mazzarella. Sto lavorando per te. Ricordati che devi morire e il tuo corpo deve essere fatto a pezzi e sarà messo davanti la chiesa di Forcella». Sconcerto nel folto pubblico presente nella piazza di San Marco, nella frazione di Teggiano, dove ha avuto luogo la manifestazione. «Voglio rendere noto questo testo che mi è giunto perché abbiate la giusta percezione della mia persona – ha detto don Luigi- io sono un uomo, come tutti voi, che vive sotto scorta da molti anni, e a questi messaggi ho fatto ormai l’abitudine. Certo che ho paura: ogni giorno che passa ringrazio Dio perché mi fa vivere ancora. Però sono anche determinato a non abbassare la testa: come dicevano Falcone e Borsellino, chi ha paura muore ogni giorno. Ed io, grazie alla fede che ho nella Chiesa, continuerò senza tentennamenti a denunciare. Ed è un consiglio che mi permetto di dare a tutti. Se vogliamo che la nostra società sia migliore dobbiamo aiutare lo sforzo delle forze dell’ordine di ritrovare quella legalità che ci sfugge quotidianamente di mano. Dobbiamo imparare ad ascoltare di più il prossimo e imparare ad osservare maggiormente la dottrina cristiana. Deve vincere l’amore se vogliamo una società più a misura d’uomo e non la criminalità, l’illegalità, la delinquenza».

ROCCO COLOMBO
Il Mattino il 09/09/08

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