«Caro presidente Berlusconi, la nostra città non protesta come Vicenza, ma questo non significa che debba subire l’apertura di una base Nato senza pretendere che venga scongiurato il collasso a causa dell’inadeguatezza delle infrastrutture. Mi affido alla sua sensibilità». Chiede così l’intervento del governo per potenziare reti idriche, fogne, luci e strade sul litorale, il sindaco Giovanni Pianese, eletto nel Pdl ad aprile nella città che conta 140mila residenti. A giugno aveva già lanciato un appello per lo stesso motivo alla Regione, ma il tavolo tecnico non aveva sortito grossi risultati. Così ha deciso di inviare una nota al premier per accelerare i tempi. «Mi sono convinto che la competenza supera quella regionale – dice Pianese, anche nella veste di consigliere regionale – e mi sono affidato al governo per cercare di dare risposte nel più breve tempo possibile a questo territorio». Il nodo fascia costiera è difficile da sciogliere. Dalle discariche, abusive e non, alla speculazione edilizia. Così si passa di emergenza in emergenza. I maxisequestri di immobili abusivi a opera di carabinieri e vigili urbani, hanno fatto registrare anche decine di allacci abusivi facendo emergere perdite e dispersioni. Il sistema infrastrutturale quindi, oltre ad essere insufficiente per il numero di abitanti è in molti tratti fatiscente. Così dati alla mano, è facile prevedere il disastro in un’area dove già convivono coi disagi gli attuali 30mila residenti. Il timore rischia di diventare certezza con l’arrivo di duemila e 500 nuove famiglie dei militari Nato a Lago Patria. «Non possiamo aspettare che la rete di servizi vada in tilt prima di agire», rilanciano dal Comune. I lavori nel cantiere dell’insediamento militare sono ancora in corso, ma i tempi per vedere finiti gli interventi rischiano di essere più lunghi di quelli necessari per l’inaugurazione della base, prevista per il 2011. Così si tenta di accelerare l’iter fatto di progettazione, intercettazione delle risorse, bandi e affidamento dei lavori. Entro due anni dovrebbe essere chiuso il cantiere del quartier generale in costruzione sulla sponda del lago per accogliere il trasferimento dell’attuale sede di Bagnoli. Il progetto prevede otto corpi di fabbrica su 15 ettari.
TONIA LIMATOLA
Il Mattino – 13 SET 2008