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Demolire 800 case ma non ci sono fondi

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Case abusive: sono ottocento gli immobili destinatari di ordinanze di demolizione già esecutive. Di questo numero enorme di provvedimenti, da anni in attesa di essere notificati per mancanza di risorse, si discuterà oggi in Regione al tavolo tecnico istituito la settimana scorsa in Prefettura, assieme ai vertici della Procura di Napoli, dopo l’avvio dell’inchiesta sul mattone selvaggio che ha portato all’arresto di imprenditori, dipendenti del Comune e vigili urbani. Lo scopo: sbloccare l’iter degli abbattimenti degli 800 immobili realizzati senza concessione e non rientrati, per diversi motivi, nella sanatoria dei condoni edilizi, e che dovrebbero non essere più in piedi da un pezzo. Scheletri di cemento o appartamenti già abitati salvati dalla carenza di fondi che, nella maggior parte dei casi, sono stati realizzati almeno dieci anni fa e si trovano sul litorale, tra Licola, Varcaturo e Lago Patria. Il numero, al quale si devono aggiungere le 300 abitazioni dei maxi sequestri estivi, necessita di investimenti altrettanto consistenti. Basti pensare che, secondo una stima dei tecnici comunali, occorrerebbero, tra spese di abbattimento e rimozione dei detriti, almeno cinquantamila euro per ogni palazzina. Costi enormi che, spiegano al Comune, non possono essere accollati solamente al bilancio dell’Ente. Oggi in Regione si entrerà nel dettaglio della maxioperazione. Si valuterà, in particolare, quanto peserà sulle casse del Comune l’ipotesi di ricorrere alla Cassa depositi e prestiti visto che il debito da contrarre consisterebbe in svariati milioni di euro. Intanto la questione della speculazione edilizia che ha portato la città da 40 mila a 136 mila abitanti nel giro di venti anni, arroventa il dibattito politico. Stamattina, alle 11.30, l’opposizione chiama a raccolta i cittadini nella sede del Partito democratico di via Biagio Riccio su iniziativa di Pd, Rifondazione comunista, Udc, Verdi, Italia dei Valori, civiche Giugliano per la vita e Difendiamo Giugliano. Oltre al tema dell’urbanistica, altri due collegati alla legalità e vivibilità in città: ambiente e concordato idrico.

tonia limatola – il mattino 16 settembre 2008

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