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sabato, Giugno 15, 2024
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cdr bloccati, rifiuti in strada

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I sindaci non ci stanno, sono arrabbbiati neri, si ritrovano con le strade delle loro città ricoperte dai rifiuti e con i cittadini sempre più esasperati. A nord di Napoli quattordici Comuni sono da giorni ricoperti di spazzatura per l’impossibilità degli impianti di Cdr di Giugliano, Caivano e Tufino a smaltire i rifiuti. «La situazione è catastrofica, non ne possiamo più», accusa il sindaco di Acerra Michelangelo Riemma. Sei dei Comuni maggiormente coinvolti nell’emergenza (Acerra, Casoria, Casalnuovo, Cardito, Brusciano e Castello di Cisterna) hanno già disposto la chiusura delle scuole a partire da martedì, e non sono escluse altre clamorose iniziative se le condizioni igienico-sanitarie dovessero peggiorare. Nel frattempo, sale la protesta. Da Frattamaggiore a Casoria, da Afragola a Casavatore, da Cardito a Qualiano non si contano i cassonetti e i cumuli di spazzatura dati alle fiamme.
«Siamo al collasso, non possiamo andare avanti così», sbotta il sindaco Giosuè De Rosa che rincara la dose di accuse contro chi ritiene i responsabili dell’emergenza, prefettura e commissariato per i rifiuti. «Sono due anni – dice De Rosa – che nè l’una nè l’altro sanno cosa fare e si rimpallano le responsabilità. Noi stiamo in mezzo e subiamo le conseguenze di questo sfascio». Di «situazione drammatica» parla il sindaco di Caivano Domenico Semplice. «Stiamo lavorando con il commissariato – spiega per far sì che gli impianti possano funzionare al meglio. Fermo restando che vanno garantite le condizioni igienico-sanitarie». Il sindaco di Acerra punta invece l’indice contro il commissariato. «Questa emergenza – accusa Riemma – non nasce per caso ma è figlia del fallimento del piano regionale per i rifiuti. Il piano è insufficiente e va rivisto, a partire dai termovalorizzatori».
Già, i termovalorizzatori, questione che vista da Acerra si intreccia con quella dei rifiuti che ricoprono le strade. Il sì del governo ha spiazzato chi confidava sull’intervento di Palazzo Chigi per convincere la Regione a rivedere la scelta di costruire proprio ad Acerra il nuovo impianto. La delusione, il giorno dopo, la si legge sui volti della gente che continua a presidiare imperterrita, notte e giorno, l’area dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore, la delusione è tutta nelle parole di Riemma. «Sono sconfortato», ammette mentre, dopo aver presieduto l’ennesimo vertice in Comune, si accinge a incontrare le forze politiche e sociali della città per individuare nuove e altre forme di protesta. Acerra non ha alcuna intenzione di cedere, crede fortemente nelle ragioni della sua protesta, eppure teme che queste ragioni debbano essere sacrificate sull’altare di interessi ben più grandi. Riemma, che guida una maggioranza di centrodestra, del resto non deve fare molta fatica per constatare che sul termovalorizzatore si è creata un’alleanza trasversale che va oltre i partiti e le coalizioni. «Il piano di Rastrelli, uomo del centrodestra – sostiene il sindaco di Acerra – è stato fatto proprio da Bassolino, uomo del centrosinistra, che a sua volta ottiene legittimazione da un governo di centrodestra. È evidente che la trasversalità nasconde interessi economici molto forti».





PAOLO MAINIERO – IL MATTINO 5 MAGGIO 2003

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