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Parco Guerra, niente processo

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Applausi scroscianti, urla di gioia, abbracci. Strette di mano, pacche sulla spalla e il giudice che lascia l’aula del Tribunale con un pizzico di imbarazzo di fronte a tanto entusiasmo. Si chiude così l’udienza preliminare sul presunto sacco edilizio di Melito, quello del parco Guerra al corso Europa: tutti prosciolti i 38 imputati, cade l’intero impianto accusatorio. Il gup Anita Polito ha rigettato la richiesta di rinvio a giudizio del pm Maria Cristina Ribera e ha disposto il non luogo a procedere per imprenditori, tecnici comunali, amministratori pubblici e investitori. Tutti, dopo che il caso Melito ha strappato per mesi l’attenzione della cronaca, con centinaia di sgomberi, l’occupazione in segno di protesta della chiesa del Carmine la scorsa primavera. Almeno una ventina di capi d’imputazione, tra associazione per delinquere, truffa aggravata, falso in atto pubblico, svariate ipotesi di lottizzazioni abusiva, che hanno investito negli ultimi sei anni un pezzo di politica, imprenditoria e amministrazione alle porte di Napoli. Vengono così prosciolti i costruttori Raimondo, Learco e Rosario Guerra, difesi dal pool di penalisti Antonio Abet, Marco Muscariello, Angelo Peluso e Alfonso Quarto; non luogo a procedere anche per il notaio Pasquale Cante, difeso dall’avvocato Giuseppe Pellegrino. Prosciolti anche tutti gli esponenti della precedente giunta Amente, a cominciare dallo stesso Antonio Amente, tornato di recente a fare il sindaco di Melito; il gup ha inoltre prosciolto l’attuale vicesindaco Antonino Testa, gli ex assessori Franco Capozzi, Carmine Cecere, Sergio Ferrari, Angelo Satacroce. Stesso verdetto per tutti i responsabili dell’ufficio tecnico della cittadina alle porte di Napoli, che avrebbero fornito il proprio apporto nelle presunte lottizzazioni, nell’ampia espansione del piano regolatore generale di Melito. Una vicenda, quella del sacco di Melito, finita al centro dell’attenzione nazionale, più o meno negli stessi giorni in cui la stampa svelava il caso Casalnuovo, con la crescita improvvisa di lotti di edifici residenziali. Anche qui, tra corso Europa e via Signorelli, negozi, esercizi commerciali, condomini, case nuove di zecca. Una città nella città, finita sotto sequestro in seguito all’intervento del pm Maria Cristina Ribera, che in aula ha sostenuto l’esistenza di un patto associativo per una «maxivariante» del prg, un progetto urbanistico che ha dato poi sfogo a speculazioni edilizie. In una sola parola – secondo il pm – una «lottizzazione illegittima» costruita a tavolino, a dispetto di vincoli ambientali e paesaggistici. Una tesi che ha dato inizio a un procedimento penale e a una battaglia amministrativa da parte di centinaia di proprietari che avevano firmato l’acquisto di immobili e concessioni. Ieri il primo stop dinanzi al giudice Anita Polito. Che ha rigettato anche l’ultima richiesta della Procura, vale a dire il sequestro di alcune somme di denaro versate ai Guerra a titolo di compromesso o per la compravendita futura di alcuni immobili che rientravano nel progetto di espansione urbanistica. Una vicenda che si chiude con il secco no del gup, un non luogo a procedere che lascia ben sperare centinaia di proprietari che ora sperano di veder conclusa la propria vicenda giudiziaria.

LEANDRO DEL GAUDIO – IL MATTINO 19-9-08

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