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Qualiano, capoclan nella rete

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Torna in carcere Agostino Migliaccio, 53 anni, braccio destro di Paride De Rosa, reggente del clan Pianese dalla morte del boss, Nicola Pianese. Ad arrestarlo, i carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna che irrompono in casa dell’uomo in via Macello, e lo sorprendono assieme alla moglie e al cognato, mentre provano a disfarsi di un’arma. La pistola, una Beretta calibro 9 con 15 colpi, era stata rubata due anni fa, nell’appartamento di un carabiniere in servizio a Roma, presso la Stazione Tomba di Nerone. In carcere con Migliaccio finiscono anche Rosa Napolano 52 anni, e il fratello della donna, Luigi Napolano, 51 anni. In sede di interrogatorio nessuno dei tre ha voluto assumersi la responsabilità di aver posseduto e provato a disfarsi dell’arma: dovranno rispondere di concorso in detenzione illegale di arma da guerra, munizionamento e ricettazione, per tutti anche l’aggravante di aver agito per agevolare i crimini del clan di riferimento. Per Migliaccio le manette scattano una seconda volta. Il primo arresto risale al 29 febbraio scorso, quando fu sorpreso assieme ad altre quattro persone in un appartamento di Castelvolturno dove si nascondeva, armati con un vero e proprio arsenale, anche il capo della cosca criminale, Paride De Rosa. Il pregiudicato, oggi in carcere, assieme ai suoi gregari stava preparando la vendetta dell’omicidio di un altro affiliato, Carmine Starace, avvenuto qualche giorno prima a Qualiano, per mano secondo gli inquirenti, della cosca avversa, capeggiata dalla moglie del defunto boss, Raffaella Alderio, e dal figlio, Nicola Raffaele Pianese. In quella circostanza, l’accusa per Migliaccio fu di favoreggiamento. Gli inquirenti, comandati dal maggiore Fabio Cagnazzo e dal comandante della compagnia di Giugliano, Alessandro Andrei, non hanno mai perso di vista le attività del clan, neanche dopo i sei arresti che a giugno scorso riguardarono la fazione avversa a quella capeggiata da De Rosa. Nel pomeriggio di ieri scatta un nuovo blitz. I militari partono per un’ispezione in casa del pregiudicato, ma al loro arrivo dalla finestra dell’appartamento vola giù un’arma. I carabinieri la raccolgono e, una volta entrati in casa, arrestano i tre componenti della stessa famiglia, tutti eredi della frangia criminale che, assieme a De Rosa, aveva perso il proprio reggente. L’operazione di ieri, scrive un’altra importante pagina nella storia del clan che, dal 2006 fino a marzo scorso, aveva mostrato tutti i segni della frattura interna, attraverso una guerra combattuta a colpi di arma da fuoco, e che ha già archiviato cinque morti e più di venti arresti.


MONICA D’AMBROSIO – IL MATTINO 19/09/2008

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