Rischia di festeggiare i dieci anni dall’istituzione senza sede e senza fondi. Così per il Tribunale di Giugliano scatta l’appello del Consiglio comunale con una delibera votata all’unanimità indirizzata al governo. «Si riattivi subito il percorso per trovare sede alla cittadella giudiziaria ed inaugurarla nel più breve tempo possibile con un adeguato finanziamento», si chiede da Giugliano. Si ribadisce, insomma, la volontà di voler ospitare in città il Palazzo di Giustizia, con annessa Procura, che sembrava cosa fatta a luglio 2007 con la sigla di un’intesa in Regione con l’allora ministro Mastella. Sarebbe dovuto sorgere nel giro di un anno e mezzo all’interno di un’ex concessionaria d’auto appartenuta alla camorra, accanto al comando delle fiamme gialle e ad un centro polifunzionale. Ma a maggio scorso è arrivata dalla Regione la bocciatura del progetto di ristrutturazione, presentato dall’ente che gestisce i beni, il Consorzio Sole, che avrebbe dovuto accedere ai fondi del Pon sicurezza. Così l’iter si è impantanato per l’ennesima volta. «È necessario capire – dice il sindaco Giovanni Pianese- se c’è ancora la volontà di realizzare il Tribunale a Giugliano. Per assodarlo è necessario verificare quale sarà la sede in cui dovrà sorgere. Se l’ex parco Rea non è ritenuto adatto, si proceda a trovare un’altra soluzione, purché finanziata, ma si attivino subito le procedure». L’idea di trasformare un bene confiscato nel parco dedicato al poliziotto Antonio Ammaturo, ucciso dalle brigate rosse nell’82, era piaciuta a tutti per il significato sociale che rivestiva. Ma ora si è pronti a rinunciarvi purché si inauguri in fretta il Tribunale che accorperebbe le ex preture di Marano e Pozzuoli. Questione che mette d’accordo tutti. «Si tratta di un traguardo da tagliare in tempi brevi», dice Luigi Sequino, Udc. «Finora sono stati sprecati troppi soldi in studi di fattibilità – incalza il consigliere Giulio Pezzella, dell’Udeur – Bisogna capire quale è la strada da seguire e perseguirla senza indugi». Il confronto col ministero sembrerebbe indispensabile a questo punto. Due le strade: una sede ex novo in periferia, come era previsto prima che spuntasse questa ipotesi, oppure in locali da prendere in affitto, come si era tentato di fare con un ex liceo in centro? Tutto potrebbe dipendere dai fondi messi a disposizione dal governo. Dal Pd chiedono rispetto della legalità. «Se si deve trovare un terreno, però, lo si faccia in maniera trasparente obbedendo a criteri tecnici e agli interessi di qualche privato», dice il capogruppo Nicola Pirozzi. Una delle ipotesi perseguite dalle passate amministrazioni era stata la localizzazione in un’area di sedicimila metri quadrati in via Pigna. Era stato anche selezionato il privato che avrebbe realizzato l’opera, per un costo stimato in 17 milioni di euro, col sistema del project financing.
tonia limatola – il mattino 28 settembre 2008
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