Operazione Greed La nuova ordinanza emessa dal gip distrettuale di Catanzaro dopo che i giudici reggini si sono dichiarati incompetenti
Quel fiume di droga che inondava la Locride e il Cosentino. Un traffico ricostruito dall’inchiesta “Greed” del pm antimafia Eugenio Facciolla. Alla fine di maggio, gli atti del procedimento sono stati ritrasmessi alla Procura distrettuale di Catanzaro dal gup di Reggio Calabria, Angelina Bandiera, che s’è dichiarata incompetente per territorio. E la magistratura di Catanzaro ha provveduto ad emettere una nuova ordinanza cautelare che ricalca quella che , nell’ottobre del 2002, era stata vergata dagl’inquirenti reggini. Il nuovo provvedimento è stato eseguito dagli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal vicequestore Stefano Dodaro e coordinati dal questore Romolo Panìco, che, in collaborazione con i finanzieri del Gico del maggiore Aurelio Rizzo avevano sviluppato tutta la complessa attività d’intelligence coordinata dal pm antimafia Facciolla. L’ordinanza applicativa di misure cautelari è stato notificato in carcere a: Nicola Femia, alias “Rocco” o “il corto”, 42 anni, di Marina di Gioiosa Jonica (Rc); Antonio cataldo, 39 anni, di Locri; Giuseppe Cataldo, 34, di Locri; Natale Ursino, alias “u tappo”, 35 anni, di Locri; Salvatore Cavallo, alias “u metu”, 45 anni, di Locri; Francesco Miccichè, 35 anni, di Roccella Jonica; Renato Commisso, alias “lo zoppo”, alias “gambina”, 30, di Marina di Gioiosa Jonica; Massimo Stabilito, 31, di Iolo (Po); e Domenico Marano, 46, di Giugliano (Na). A loro, il nuovo provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere, in quanto erano già detenuti per l’ordinanza emessa dal gip di Reggio Calabria. Ai domiciliari, invece, sono stati assegnati: Carmelo Falleti, 41, di Rosarno; Vincezno Zuppardi, 51, di napoli; Pietro Sinatra, 61, di Monreale (Pa); e Salvatore Grosso, alias “a ciaula”, 30, di Belvedere Marittimo. Nei confronti di Andrea Flamigni, 38, di Copparo (Fe), il gip ha invece diposto la misura dell’obbligo di dimora in provincia di Ferrara, così come Concetta Torrelli, 29, di Iolo (Po), è stata sottoposta all’obbligo di di dimora a Prato. Indagati, ma a piede libero, risultano, invece, Maria Schirripa, 41 anni, di Locri; Marco Sanna, 36, di Scalea; Samuele Manfredi, 33, di Prato, Sergio Prezio, 37, di Cosenza, Nicola Paciullo, 23, di Locri. L’inchiesta avviata dal pm antimafia Facciolla si basa su una valanga di intercettazioni telefoniche e ambientali. I contatti via etere stabiliti dagli incriminati e gl’incontri tra “emissari” e “corrieri” ricostruiti da Guardia di finanza e Polizia avrebbero consentito di acclarare l’esistenza di due presunti sodalizi criminali, alleati fra loro, con basi logistiche nella Locride e sul Tirreno Cosentino. Due organizzazioni guidate da Nicola Femia di Santa Maria del Cedro e Antonio Cataldo di Locri. Del gruppo Femia – a parere della Dda – avrebbero fatto parte: Servidio, Sanna, Falleti, Stabilito, Torrelli, Miccichè, Grosso e Commisso. Di quello Cataldo, invece: Antonio, Giuseppe e Pasquale Cataldo, Cavallo, Paciullo e Ursino. Gl’inquirenti avrebbero trovato pieni riscontri alle attività d’intercettazione in una serie di sequestri di droga compiuti alla fine degli anni ’90 dalle forze dell’ordine. Da Locri sarebbero state fornite ingenti quantità di eroina, cocaina e hashish ai “compari” di Scalea e Santa Maria del Cedro. E dal Cosentino la “polvere” avrebbe poi preso il volo verso Prato, Brescia, Monreale e Napoli. Tra il ’98 e il ’99, gl’inquirenti hanno intercettato e messo le mani su due chili e mezzo di “coca” purissima, cinque chili di hashish e un chilo di eroina. (g.p.) (martedì 17 giugno 2003)
http://www.gazzettadelsud.it/index.asp?Pagina=edizioni.asp&Edizione=edz-cs.asp&ART=013
