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domenica, Maggio 5, 2024
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RAPPORTO ECOMAFIA 2009 PRESENTATO A ROMA DA LEGAMBIENTE

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Negli ultimi tre anni si ipotizza che in Campania siano stati smaltiti illegalmente in tutta la regione circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Lo sottolinea Legambiente nel rapporto Ecomafia 2009 presentato oggi a Roma. In particolare, riferisce il rapporto, tradotti in camion, questi 13 milioni di tonnellate significano «520 mila tir che hanno attraversato mezza Italia per concludere i rispettivi tragitti nelle campagne napoletane, nell’entroterra salernitano, nelle discariche abusive del casertano o ancora, più recentemente, nei terreni scavati nel beneventano e nell’avellinese». Citando i dati dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa), Legambiente sottolinea che sono 2.551 i siti da bonificare tra discariche, zone di abbandono incontrollato di rifiuti o sversamenti di residui industriali.


Dal 2002,
anno dell’introduzione dell’organizzazione del traffico illecito di rifiuti, in Campania sono state arrestate 217 persone, altre 352 sono state denunciate, ben 95 aziende coinvolte con il coinvolgimento di ben sei procure a livello regionale. Solo secondo i dati della Guardia di Finanza nel 2008 sono state ben 1035 le discariche abusive individuate, una cifra sottostimata che non tiene conto dell’operato dei Carabinieri e del Corpo Forestale.

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Cemento illegale.
Dopo anni di costante flessione, nel corso del 2008, in tutta Italia l’abusivismo sembra aver rialzato la testa. Stabile e solida al primo posto la Campania anche per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento. Nel 2008 sono oltre 6000 le case abusive realizzate: 1.267 infrazioni accertate, 1.685 persone denunciate e 625 sequestri, afferma Legambiente. «Il cemento – si legge nel rapporto – è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose e nel caso campano si tratta di proventi ingenti che si traducono in interi quartieri abusivi. Il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa, dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio». L’abusivismo non risparmia neppure le località di pregio, a cominciare dalle costiere (amalfitana e cilentana) e dall’area dei templi di Paestum, come a Ischia. Stabile al secondo posto, nella classifica del cemento illegale, è la Calabria, seguita da Lazio e Sicilia. Sono quasi raddoppiate in un anno le persone denunciate e così pure i sequestri.


All’indiscusso primato campano
contribuiscono anche i dati provenienti dal territorio che un tempo era definito agro sarnese-nocerino, e che ora di agricolo ha conservato ben poco, con 300mila metri quadri cementificati illegalmente su un’area di 158 chilometri quadrati. Negli ultimi 20 anni in questo territorio oltre 27mila persone sono state denunciate per abusi edilizi, in pratica il 10% della popolazione. In 5 comuni su 13 dell’agro nocerino sarnese (Angri, Nocera Inferiore, Sarno, Scafati e Roccapiemonte) sono state emesse 3479 ordinanze di demolizioni (1785 riguardano immobili completamente abusivi). Al 31 dicembre 2008 solo 42 sono state regolarmente eseguite, pari all’0.8%.


Per il quindicesimo anno di fila la Campania
è maglia nera nell’illegalità ambientale, nel ciclo dei rifiuti e del cemento. In Italia, un reato su sei viene commesso in Campania. Sono state 3466 le persone denunciate ed arrestate e 1693 i sequestri. Un giro d’affari complessivo in Campania dell’ecomafie stimato in circa quattro miliardi di euro gestito da ben 77 clan. Un sistema che controlla tutto dal ciclo dei rifiuti al ciclo del cemento passando per l’agromafia e l’archeomafia. “In Campania si sta uccidendo lentamente senza sparare – hanno commentato Michele Buonomo e Raffaele Del Giudice, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Campania – dove tra cemento e rifiuti si è saldata l’alleanza strategica tra la camorra ed i colletti bianchi”.


Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso
nella prefazione al rapporto Ecomafia di Legambiente scrive: “In Campania prospera quel sistema criminale della camorra che si fonda sulla dissimulazione della reale natura dei rifiuti, prevede il controllo totale delle discariche abusive e spesso esercita attività estorsiva a carico dell’imprese che si occupano dell’illecita attività. Senza contare che appartenenti alla pubblica amministrazione – in alcune circostanze- sono i primi conniventi di queste organizzazioni criminali, facilitando l’acquisizione di provvedimenti autorizzativi per impianti fatiscenti e tecnicamente carenti”.

Il Mattino.it

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