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venerdì, Giugno 28, 2024
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INCENDIO ALLA RESIT, TAGLIALATELA: «CRIMINALI, LI DENUNCIO»

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“Voglio andare fino in fondo a questa storia. Credo ci siano gli estremi per far partire le denunce”. Francesco Taglialatela, sindaco di Giugliano, nasconde lo sdegno dietro una calma apparente. “Stiamo approfondendo la vicenda: di sicuro si tratta di un atto gravissimo, questo incendio procurerà non pochi danni”. Appena gli è stata comunicata la notizia, Taglialatela si è precipitato sul posto. A Tre Ponti, sulla strada provinciale tra Giugliano e Parete. L’area di stoccaggio è ridotta ad un cumulo di balle in fiamme. E’ un pellegrinaggio continuo di cittadini, associazioni, consiglieri. Taglialatela li accoglie tra il fumo e li accompagna sul “luogo del delitto” con fare da cicerone paziente. Risponde al telefono, racconta a chi lo chiama, parla con rabbia della ferita appena subita. “Non è possibile, sono dei criminali” continua a ripetere al cellulare. E’ in continuo contatto con il prefetto, gli assessori, i suoi più stretti collaboratori. L’occhio è incollato alle ecoballe. “I tecnici dell’Asl e dell’Arpac hanno già monitorato la zona. Appena sapremo qualcosa dei risultati, agiremo di conseguenza. Di sicuro è stata sprigionata una grossa quantità di diossina”. Il sindaco parla poi del provvedimento adottato ieri dal Commissariato di Governo. “C’erano dei patti chiari. La discarica Resit sarebbe stata sgomberata dalle ecoballe a partire dal 30 maggio. Una buona parte è stata trasportata in Umbria. Come mai hanno ora deciso di interrare i rifiuti? Possibile che sia questa la scelta migliore?”. Gli fa eco Raffaele Del Giudice, dirigente di Legambiente e capogruppo dei Ds al Consiglio di Qualiano. “I patti sono stati palesemente violati. Ma non è questa la novità. Quello che sconvolge è la totale impreparazione di tutti nell’affrontare questo incendio. Pochi gli uomini, ridotti i mezzi. C’è dell’altro, però. Com’è possibile che scoppi l’incendio di una piattaforma di ecoballe il 9 agosto, di sabato, nel pieno dell’emergenza incendi: tutto sembra rispondere ad un disegno bene preciso”. Del Giudice è un fiume in piena. “Impiegarono centinaia di poliziotti per realizzare le piattaforme un anno fa, facendo cariche su cittadini e associazioni. Oggi non c’era nessuno a tutela di quelle aree”, denuncia. L’esponente di Legambiente, da anni impegnato sul fronte dei rifiuti nel Giuglianese, spiega che “insieme alle balle è stato bruciato lo stato di diritto per quest’area”. “Occorre – dice – evacuarla al più presto. In troppi stanno morendo per tumori, leucemie, cancri”. E invita “tutti i sindaci e i consiglieri comunali dell’hinterland a rassegnare le dimissioni. Questa – spiega – potrebbe essere l’ultima soluzione per attirare l’attenzione su una catastrofe umanitaria annunciata”.

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