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POZZUOLI, DIMENTICANO LA NEONATA IN AUTO

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di PINO TAORMINA




POZZUOLI – Un piccolo lamento. Un tenue vagito. Solo per caso due posteggiatori si sono accorti dell’incredibile dimenticanza di un turista 36enne, G. P., e di sua moglie C., due professionisti di Monfalcone, che hanno lasciato la figlia di nove mesi chiusa dentro la sua vettura parcheggiata sul porto di Pozzuoli. Avevano fretta di partire, di salire a bordo del motoscafo di alcuni amici ancorato nel molo per diportisti, per una gita nel golfo. E così, nella confusione, i due coniugi hanno dimenticato la neonata nella culla appoggiata sul sedile posteriore della loro Renault Espace grigia, con i finestrini serrati e sotto il sole cocente delle undici del mattino.
La piccola creatura, che visitata nel pomeriggio è stata giudicata in condizioni ottimali, è rimasta lì per quasi mezz’ora, prima che i due ragazzi si accorgessero della sua presenza. Quando il padre è andato a riprendersela ha trovato davanti a sé una folla arrabbiata che ha tentato anche di malmenarlo. «È stato solo un equivoco, pensavo l’avesse presa mia moglie», ha tentato di giustificarsi. «Abbiamo scaricato in tutta fretta i bagagli e nella ressa non ci siamo accorti di aver lasciato la piccola in auto». A salvare la vita alla figlia i parcheggiatori della ditta Anati, che hanno spostato l’auto che il 36enne aveva lasciato fuori dalle strisce. Probabilmente, avesse posteggiato senza lasciare le chiavi, le conseguenze della distrazione sarebbero state tragiche. E così, quasi per caso, i parcheggiatori si sono accorti della presenza della bimba: un colore del viso insano, la bocca muta e gli occhi spalancati. Il bebé, secondo i soccorritori, cominciava a soffrire per l’alta temperatura: i finestrini, infatti, erano chiusi, sigillati, senza neppure uno spiffero per il ricambio dell’aria. Hanno estratto il piccolo batuffolo dalla vettura. «Sembrava sotto choc, aveva gli occhi aperti ma era come se riposasse», racconta ancora emozionato Francesco Peluso, il posteggiatore che per primo si è accorto della neonata. Una passante la prende in braccio e la dondola. Poi prova a farla giocare muovendole sotto gli occhi un mazzo di chiavi. Un altro le spruzza sul viso delle gocce di acqua. A quel punto la creatura, forse infastidita, si scuote ed esplode in un pianto a dirotto. Urla strazianti che richiamano le attenzioni della gente che affolla il porto. La pattuglia della Finanza che vigila sugli imbarchi interviene. La bimba pare che stia bene.
E così scatta la caccia ai genitori. Non è una ricerca facile, perché alla vigilia di ferragosto sul porto flegreo transitano migliaia di turisti alla volta delle isole. Un numero di telefono all’interno dell’auto consente di risalire al cellulare del papà. I genitori, e un altro figlio di 4 anni, sono appena salpati a bordo di un’imbarcazione dal porticciolo turistico di Pozzuoli in compagnia di altri amici.
Nessuno a bordo del natante si era ancora accorto dell’incredibile dimenticanza. La barca fa subito dietrofront e dopo un’altra breve attesa il padre riabbraccia la figlioletta. Spiega ai due finanzieri «che nella fretta di scaricare i bagagli e le buste non si era accorto che la moglie non aveva preso con sé la figlia». La pattuglia delle fiamme gialle raccoglie le generalità e lo lascia ripartire. Il padre non ritiene opportuno portare la figlioletta all’ospedale. Due ore dopo, però, il capitano della Compagnia della Guardia di finanza di Pozzuoli, Antonio Vernillo, assistito dal maresciallo Ciccone e dal suo vice Fabio Sisto, ordina ai genitori di rientrare nel porto flegreo, per accertarsi delle condizioni della piccola. La telefonata raggiunge la coppia e i loro compagni a Capri. La barca rientra intorno alle 15: ad attenderli una pattuglia del 117. La piccola viene visitata all’ospedale Santa Maria delle Grazie: le sue condizioni sono ottime. I genitori, però, ora rischiano di essere denunciati per abbandono.






Sul molo li accoglie una folla inferocita





«Ma com’è possibile? Siete dei pazzi»
Hanno prima salvato il neonato e poi hanno protetto il padre dagli insulti e dal tentativo di aggressione della piccola folla irritata contro di lui. «Ma com’è possibile che ti dimentichi tua figlia?», gli ha urlato una delle donne che per prima ha stretto tra le braccia la neonata. A proteggerlo dalle parolacce, e forse anche da qualche ceffone, i finanzieri e i carabinieri intervenuti sul posto. «Sono pentito, uno schiaffetto dovevo darglielo», brontola uno dei presenti. «Non ce l’ho con lui, ce l’ho con la mamma: come può non accorgersi di non avere tra le braccia il proprio neonato per più di mezz’ora?». Commenti severi accompagnano la fuga dell’uomo verso il molo turistico. «La moglie non è neppure scesa dal motoscafo», continua un altro. Qualcuno prova a difendere la coppia di friulani. «Sono cose che capitano. Magari lui era sicuro che l’avesse preso la moglie e viceversa. Credo che sia stato solo uno spiacevole equivoco dovuto allo stress e al grande caldo di questi giorni».
p.t.




IL MATTINO 15 AGOSTO 2003

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