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giovedì, Giugno 27, 2024
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santa maria la fossa, Sigilli alla discarica delle ecoballe

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di ROSARIA CAPACCHIONE




Provate a immaginare un rigagnolo di acqua nera e fetida che scorre, senza interruzione, da una montagnola di rifiuti putrefatti, assemblati alla meglio, senza neppure la misera protezione del telo di plastica imposto per il trasporto delle ecoballe. Provate a immaginare la montagnola che cresce, come la puzza, e il rigagnolo che si trasforma in un pantano nel quale galleggiano i resti di banchetti, un materasso sdrucito, materiale di dubbia provenienza e ancor più dubbia composizione. Provate, e moltiplicate tutto per mille: è questa la discarica di Parco Saurino, località Santa Maria la Fossa, sversatoio individuato dal subcommissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Giulio Facchi, per lo smaltimento della spazzatura secca di tutta la Campania e, in via eccezionale delle ecoballe di Bracigliano. Ma a Parco Saurino è stato portato di tutto, ben oltre quanto disposto dall’ordinanza del 16 luglio; e tutto è stato smaltito senza regola e in totale disprezzo della legge. Per questo, dopo le allarmanti relazioni della polizia municipale di Santa Maria la Fossa, dei tecnici del settore ambiente della Provincia e del direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl Ce2, Pasquale Campanile Castaldo, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ne ha disposto il sequestro preventivo.
«Le disposizioni del commissario di governo – spiega il procuratore aggiunto Paolo Albano, che coordina l’inchiesta con il pm Donato Ceglie – sono state violate in maniera clamorosa e palese. Esisteva una situazione di grave pericolo per la salute pubblica, causata dalla produzione non incanalata di percolato, e siamo intervenuti con la massima urgenza». Il provvedimento di sequestro dell’impianto sarà valutato oggi dal gip. Ma sono ancora tutte da accertare le responsabilità. Il procedimento penale, al momento, è contro ignoti. Cioè, non è stato ancora individuato il (i) responsabile dell’inquinamento. Ciò che appare certo, stando alle relazioni di Comune, Asl, Provincia e carabinieri del Noe (che ieri mattina hanno messo i sigilli all’impianto assieme agli uomini della compagnia di Santa Maria Capua Vetere) è che i gestori della discarica di Parco Saurino, in carico al Consorzio di bacino Ce4, hanno violato la legge e le disposizioni di Facchi il quale aveva specificato che il funzionamento della discarica dovesse avvenire «nell’osservanza della norme in materia di prevenzione, tutela ambientale e sicurezza sul lavoro ed il controllo qualitativo e quantitativo dei rifiuti conferiti». Invece, niente pesa e nessuna misura necessaria a evitare la formazione di percolato, un liquido altamente inquinante che affluisce nel terreno e quindi nelle falde acquifere.
Nelle relazioni allegate al sequestro preventivo, inoltre, è dato molto spazio al rischio di incendi colposi o dolosi dei rifiuti sversati senza neppure la copertura superficiale di sabbia, «con conseguente emissione di diossina nell’atmosfera e fall out inquinante sulle produzioni foraggere delle zone vocate all’alimentazione del bestiame, con possibilità di passaggio diretto (come, per altro, documentato dalle indagini sulla contaminazione da diossina che hanno portato nei mesi scorsi a numerosi sequestri, ndr) nella filiera alimentare».
C’è stata un’attività illegale di smaltimento di rifiuti, sottolineano le relazioni. Ancora più grave perché continuata nei giorni successivi alle ispezioni di polizia municipale e Asl, che sono datate 22 agosto. Il 28 agosto Campanile Castaldo, il tecnico dell’Asl Beffardi, quello della Provincia Angelo Golino e il comandante della polizia municipale di Santa Maria la Fossa, Francesco Mazzotta, sconcertati, hanno fotografato una situazione ancora più grave di quella di sei giorni prima. Non restava che ordinare il sequestro.




IL MATTINO – EDIZIONE CASERTA – 30 AGOSTO 2003

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